“Certamente ad Auschwitz non si va in gita, si va per fare memoria di una tragedia immane che ha colpito il popolo di Israele e deve rimanere un monito per tutti noi di fronte anche alla crescita dell’antisemitismo”, ha risposto così il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin alle parole della ministra Eugenia Roccella che il 12 ottobre, a un convegno dell’Unione delle Comunità Ebraiche a Roma, aveva definito i viaggi promossi dalle scuole “gite ad Aushwitz per dire che l’antisemitismo è solo fascista”.
La ministra della Famiglia aveva ottenuto subito una risposta dalla senatrice a vita Liliana Segre la quale non ha esitato a rimarcare che “la memoria fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”.
Stupore era stato espresso anche dalla fondazione a cui fa capo il Memoriale della Shoah sotto la Stazione Centrale di Milano, noto anche come Binario 21, . “Dipingere la visita a questi luoghi come frutto di un disegno politico di parte, limita prima di tutto la Memoria delle vittime e rappresenta un falso storico“, hanno spiegato.
“Questi sono punti di memoria che devono essere continuamente richiamati” come “gesto di memoria e di solidarieta’”, ha insistito l’alto prelato rispondendo a una domanda dei giornalisti, a margine di un evento all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
La risposta della ministra non si è fatta attendere: “Sono perfettamente d’accordo con il cardinale Parolin. Ad Auschwitz non si deve andare in gita: si va per ricordare l’antisemitismo di ieri e combattere quello di oggi, una piaga che dobbiamo tutti insieme sconfiggere. E’ esattamente quello che ho voluto dire”, ha precisato Roccella dopo le parole che avevano creato una polemica anche tra i banchi del Pd.