Storie Web sabato, Dicembre 27
Arredamento, i dazi Usa frenano la crescita globale nel 2026

L’ottimismo di inizio anno ha lasciato spazio al realismo di un mercato globale dominato dall’incertezza, tanto sul piano geopolitico quanto su quello commerciale. Se quindi il World Furniture Outlook di Csil prevedeva nel 2025 una ripresa dei consumi al +1,4%, già a metà anno le stime erano virate in negativo, complici i ripetuti e contraddittori annunci di dazi da parte del presidente Usa Donald Trump.

Incertezza senza precedenti

La verità, come sempre, sta nel mezzo e il nuovo rapporto pubblicato da Centro studi industria leggera parla ora di una lieve crescita, che non basterà a compensare i cali del 2023 e la sostanziale stazionarietà del 2024, in uno scenario che, di fatto, riflette un mercato privo di dinamicità, a causa proprio dell’incertezza, definita dagli analisti di Csil «senza precedenti».

La causa principale di tale incertezza è l’imprevedibilità delle politiche commerciali e dei dazi, che sembra destinata a proseguire. Le stime preliminari Cisl per il 2025 indicano pertanto una «crescita molto lieve del commercio mondiale di mobili rispetto all’anno precedente, a valori correnti in dollari Usa».

Tuttavia, si legge nel report, gli effetti dei dazi diventeranno evidenti a partire dal 2026 e questo costringe a rimandare, ancora una volta, le prospettive di una ripresa solida. «Le prospettive future sono influenzate negativamente dall’incertezza delle politiche commerciali, che rimane elevata in assenza di accordi chiari e duraturi tra i partner commerciali», scrivono gli analisti di Csil.

L’impatto dei dazi Usa sui Paesi esportatori

Se la fotografia dei principali Paesi importatori ed esportatori di mobili rimane sostanzialmente invariata – con gli Stati Uniti che dominano la prima classifica e la Cina in testa alla seconda – i dettagli di questo quadro sono profondamente mutati. La Cina, innanzitutto, ha registrato un forte calo delle esportazioni nel 2022 e 2023, seguito da una lieve ripresa nel 2024 che si è però azzerata nel 2025, con una flessione che ha riportato l’export di mobili ai livelli del 2023. E il calo è destinato ad accentuarsi nell’immediato futuro, vista la frenata dell’export nel suo principale mercato di sbocco – gli Stati Uniti per l’appunto.

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