Il racconto shock della consigliera veneta Silvia Cestaro in Aula: “So cosa vuol dire la violenza. È difficile dirlo. Questa cosa l’ho vissuta di persona, quando ero ragazza”.
Una consigliera veneta, esponente della Lega, della lista Zaia, durante un consiglio comunale ha rivelato in lacrime di essere stata in passato vittima di violenza. Silvia Cestaro ha preso la parola durante la discussione sull’attivazione di un Osservatorio sulla violenza contro le donne, che sarà presieduto dal padre di Giulia Cecchettin, la studentessa vittima di femminicidio, uccisa un anno fa dall’ex fidanzato, Filippo Turetta. “So cosa vuol dire la violenza. È difficile dirlo. Questa cosa l’ho vissuta di persona, quando ero ragazza”, ha raccontato la consigliera.
“Ho pensato molto prima di fare questo intervento – ha detto – perché volevo riportare sul piano pratico la cosa. È difficile dirlo, io questa cosa l’ho vissuta di persona quando ero una ragazza, so cosa vuol dire la violenza. Lo so perché ti arriva inaspettata, ti arriva da chi non ti aspetti, da chi ti sta vicino, ti arriva dalle persone che dovrebbero difenderti, non in casa, ovviamente, fuori casa. L’ho vissuta purtroppo negli anni, con tante amiche e tante persone che hanno subìto la violenza”.
“Quello che posso dire è che non c’è una rete di protezione” perché molto spesso “la rete di protezione non ti ascolta, o non ci puoi parlare, perché ti senti in colpa, sei impura”, quindi “immagino che anche Giulia” Cecchettin magari “abbia provato a chiedere aiuto” ma spesso queste cose “si banalizzano”, ha aggiunto ancora.
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Avvicinata al termine del dibattito, Cestaro non ha voluto aggiungere particolari alla vicenda che l’ha vista come vittima, ma ha ricevuto la solidarietà delle colleghe e dei colleghi. La proposta di legge è arrivata su iniziativa del Partito democratico, ed è piaciuta anche alla maggioranza di centrodestra. Unico momento di tensione in aula, durante il dibattito che ha visto il provvedimento approvato all’unanimità, è stato quando ha preso la parola il consigliere Stefano Valdegamberi, del gruppo Misto, che ha sostenuto che l’Osservatorio “puzza di ideologia”. Alle sue parole Cestaro si è alzata ed è uscita dall’aula, seguita da altre colleghe, definendo l’intervento “inascoltabile”.
“Sono passati tanti anni, ho fatto uno sforzo enorme ma lo scopo era quello di sensibilizzare e spingere tante donne che stanno patendo in scenari tutti differenti l’uno dall’altro”, ha detto poi all’Ansa Silvia Cestaro.
“Tutti i colleghi e le colleghe – ha aggiunto – hanno una grande grande sensibilità, si sono avvicinati, qualcuno mi ha parlato di esperienze vissute, alcuni di situazioni viste come sindaci. È un male che ammorba la società, e di questo si parla poco”. Riguardo alle recenti affermazioni che legano violenza a immigrazione, pronunciare prima dal ministro Valditara e poi dalla premier Meloni, per Cestaro “riportare tutto a un minimo comun denominatore rischia di svilire una piaga sociale. Il mio intervento ha voluto proprio riportare alla realtà dopo tante parole, e far capire che può succedere a chiunque, in qualunque contesto. Alla fine quel che conta è dare forza a chi non riesce a parlare, a far emergere il sommerso. Il provvedimento è passato all’unanimità, e questo vuol dire che tutti ci credono. Al di là degli stereotipi cerchiamo di mettere a terra azioni importanti, e dare risposte alla società civile è importantissimo”.