Storie Web venerdì, Ottobre 31
Notiziario

Arriva in Giunta per le autorizzazioni della Camera l’archiviazione del procedimento nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano, nell’ambito della vicenda sul caso Almasri. 

L’archiviazione è conseguente al voto della Camera, con l’Aula che ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia, dell’Interno e del sottosegretario, avanzata dal tribunale dei ministri. 

I dettagli del documento trasmesso alla Giunta

Si legge nel documento trasmesso dalla Procura alla Giunta: “Visti gli atti del procedimento a carico di Nordio Carlo, Piantedosi Matteo, e Mantovano Alfredo, indagati il primo del reato p. e p. dall’art. 328 comma I c.p., tutti del reato di cui agli artt. 110, 378 c.p., il secondo e il terzo del reato di cui agli artt. 110, 314 c.p., restituiti a questo ufficio in data 14 ottobre 2025; rilevato che, a seguito di relazione motivata depositata il 1 agosto 2025, finalizzata all’avvio della procedura prevista dall’art. 9 L. Cost. 1/89 per il rilascio dell’autorizzazione a procedere nei confronti dei citati indagati, la Camera, nella seduta del 9 ottobre 2025, ha deliberato di negare la chiesta autorizzazione ai sensi dell’art. 96 della Cost.; rilevato che, a norma dell’art. 4 della legge 219 del 5 giugno 1989, quando sia negata l’autorizzazione a procedere ai sensi del comma 3 dell’articolo 9 della legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, l’assemblea della Camera competente ne dà comunicazione al collegio di cui all’articolo 1, che dispone l’archiviazione degli atti del procedimento, per mancanza della suddetta condizione di procedibilità, nei confronti dei soggetti per i quali l’autorizzazione è stata negata”. Il provvedimento di archiviazione, si legge nel documento di archiviazione, “è irrevocabile“. 

L’atto è stato trasmesso alla giunta per le Autorizzazioni della Camera.

Le tappe della vicenda

6 gennaio 2025. Il caso ha avuto inizio quando il capo della polizia giudiziaria libica ha iniziato il suo viaggio per l’Europa, volando da Tripoli a Londra e facendo scalo all’aeroporto di Roma-Fiumicino.

13 gennaio. Dopo sette giorni a Londra, Almasri si trasferisce a Bruxelles in treno per poi proseguire per la Germania, viaggiando in auto con un amico.

16 gennaio. Durante il suo tragitto verso Monaco viene fermato dalla polizia per un controllo di routine e gli agenti lo hanno lasciato proseguire. Infine è arrivato a Torino in auto, per assistere a una partita di calcio.

Sabato 18 gennaio, la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato d’arresto per l’uomo, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella prigione di Mittiga, vicino Tripoli.  

Domenica 19 gennaio. Almasri viene fermato e messo in carcere dalla polizia italiana

21 gennaio. Viene rilasciato su disposizione della Corte d’Appello a causa di un errore procedurale: si è trattato di un arresto irrituale, perché la Corte penale internazionale non aveva trasmesso gli atti al ministro della Giustizia Nordio. Viene disposta l’immediata scarcerazione. Poco dopo il suo rilascio, lo stesso giorno, Almasri viene rimpatriato dall’Italia su un volo di Stato.

9 ottobre. La Camera ha negato l’autorizzazione a procedere per il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, Alfredo Mantovano.

Per approfondire: L’inchiesta sul carnefice di Mitiga

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