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Una mostra all’Archivio di Stato di Firenze per ricordare Giovanni Spadolini nel centenario della nascita e nel cinquantesimo anniversario dell’istituzione del ministero per i Beni culturali e ambientali, oggi ministero della Cultura. La mostra “Giovanni Spadolini e la nascita del ministero della cultura – L’uomo e l’eredità”, organizzata dalla Direzione generale archivi del ministero della Cultura, resterà aperta fino al 12 ottobre 2025 presso l’Archivio di Stato di Firenze. In mostra una selezione di opere, documenti, oggetti e volumi provenienti dalla Fondazione Spadolini – Nuova Antologia e da fonti d’archivio pubbliche e private. La mostra è stata inaugurata dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, da Luigi La Rocca, capo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale, da Antonio Tarasco, direttore generale Archivi, da Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini – Nuova Antologia e dai rappresentanti delle istituzioni culturali e di tutela della Toscana.

Fu il primo ministro della Cultura in Italia

La mostra ripercorre il contributo di Giovanni Spadolini – statista e intellettuale che, per primo, ricoprì l’incarico di ministro dei Beni culturali – al dibattito politico e culturale che portò alla nascita del ministero, sottolineando il suo impegno nella tutela del patrimonio storico-artistico italiano e il suo legame con il mondo della cultura, della ricerca e del collezionismo. In mostra materiali originali, tra cui gli Appunti per una Dichiarazione dei beni culturali, dai quali prende forma l’idea organizzativa del nuovo ministero. L’esposizione è curata da Paola d’Orsi, direttrice dell’Archivio di Stato di Firenze, con la collaborazione di Antonella Ranaldi, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, Elisabetta Sciarra, direttrice della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze ed Eugenia Valacchi, soprintendente archivistico e bibliografico della Toscana.

Giuli, idea di cultura con prospettiva alta e orizzonte aperto

«Parlare di Giovanni Spadolini significa ritrovarsi intorno a un’idea di cultura con una prospettiva alta e un orizzonte aperto. Una cultura che non cade nelle trappole dell’ideologia, consapevole delle origini risorgimentali e liberali, che abbraccia la Storia col suo carico di contraddizioni e di senso del tragico, e ha cura per luoghi, spazi, eredità diverse. Uno sguardo laico, plurale ma unitario», afferma il ministro della Cultura Alessandro Giuli.

Tarasco, Spadolini ha coniugato passione civile e rigore intellettuale

«La mostra dedicata a Giovanni Spadolini rappresenta un tributo doveroso alla figura di uno statista che ha saputo coniugare passione civile, rigore intellettuale e visione politica nel campo della tutela culturale. Spadolini non solo ha fondato il ministero dei Beni culturali e ambientali da cui oggi deriva il ministero della cultura, ma ha anche contribuito al trasferimento a questo della materia archivistica, che per un secolo era stata di esclusiva competenza del ministero dell’interno», dice Antonio Tarasco, direttore generale Archivi. L’iniziativa, costruita con materiali d’archivio e testimonianze originali, aggiunge, «serve anche a riflettere sul ruolo degli archivi nella nostra società quale luogo di costruzione della nostra coscienza storica»

D’Orsi, un itinerario di rilettura costruito con il rigore delle fonti

«A cinquant’anni dalla fondazione del ministero, questa mostra non tenta un bilancio commemorativo, ma propone un itinerario di rilettura, costruito con il rigore delle fonti come pure con l’ambizione di un pensiero vivo. Ci si interroga sulle origini per cogliere, nelle scelte di allora, ciò che può ancora informare il nostro tempo e guidare le strategie future», sottolinea Paola D’Orsi, direttrice Archivio di Stato di Firenze.

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