Storie Web venerdì, Marzo 14
Notiziario

Nel 1985 successero due fatti significativi: venne scoperto il buco nell’ozono sopra l’Antartide e fu fondato Marevivo. Apparentemente non c’è un collegamento, il nesso è che il buco nell’ozono si cercava da anni, del mare invece non si preoccupava quasi nessuno.

L’attenzione ai temi del mare è arrivata in ritardo, perché “occhio non vede cuore non duole”. L’istituzione del primo parco naturale al mondo, Yellowstone (1872), ha preceduto di un secolo il primo parco marino delle Seychelles.

È andata sempre così. Pensiamo a San Francesco. Nel Cantico delle Creature cita il sole, la luna, il vento, il fuoco, ma nessun riferimento al mare. Come se non fosse un dono di Dio. L’acqua di cui parla era quella dolce. Lo capisco, un umbro difficilmente è attento al mare. Le nostre protagoniste non sono umbre, ma napoletane. E a Napoli il mare ti si appiccica sulla pelle.

40 anni fa io già andavo sott’acqua da diverso tempo, eppure non mi accorgevo che il mare stava cambiando.
Loro sí.  Rosalba Giugni e Carmen di Penta avevano già individuato i pericoli e i rischi che minacciavano il mare. 
Con pochi amici, sensibili e generosi, fondarono Marevivo.

Mentre io fotografavo stupefatto le meraviglie dei fondali di mezzo mondo, loro vedevano che stavamo sciupando gli oceani senza accorgercene.

Un patrimonio ereditato senza meriti veniva gestito senza scrupoli.

In una sola generazione stavamo togliendo dal mare i pesci e ci stavamo buttando plastica e rifiuti. Il mare che eravamo destinati a vedere non era piu’ quello che avevano visto gli antichi Fenici, Cleopatra e Garibaldi, stava cambiando tutto.

L’amore per il mare e l’esperienza aveva affinato le loro antenne, le aveva rese sensibili e in grado di percepire anomalie che non tutti vedevano. E chi vedeva quelle macroscopiche: bottiglie sul bagnasciuga, copertoni sui fondali, elettrodomestici gettati in mare e soprattutto una pesca distruttiva, faceva finta di nulla.

Loro no. Non si sono solo inc…..te, si sono rimboccate le maniche e hanno cominciato a fare qualcosa. Passo dopo passo, con fatica, hanno creato una realtà importante a difesa del mare.

Quando si riesce a organizzare una passione e si cominciano a mettere le date ai sogni, i buoni propositi diventano progetti e poi opere, fatti.  

Dobbiamo essere grati a Marevivo non solo perché tutela la frontiera meno esplorata, ma perché protegge la nostra vita. Dal mare dipenda l’esistenza di 8 miliardi di persone. Anche chi vive in montagna dipende dall’ossigeno che ci regala il mare. E l’ossigeno è piu’ importante del petrolio, se dovessimo pagarlo, nessuna nazione sarebbe abbastanza ricca da poterselo permettere.

Dopo 40 anni il mare come sta?

Certo, continua a soffrire. Alcune cose sono migliorate: oggi non camminiamo più su spiagge piene di catrame e la sensibilità generale è cresciuta, ma alcuni problemi non riusciamo a risolverli. Penso alle plastiche e alle micro plastiche e anche all’acidificazione delle acque.

In questi 40 anni abbiamo capito come rovinare e come rompere il mare, ma non come aggiustarlo. E se una cosa non la sai aggiustare, devi smettere di romperla.

Grazie Marevivo per ricordarcelo ogni giorno.

barriera corallina (Alberto Luca Recchi)

* Alberto Luca Recchi è un esploratore del Mare. L’unico italiano ad avere fatto un libro fotografico per il National Geographic. Sue sono le prime spedizioni alla ricerca di squali e balene nel Mediterraneo. Ha scritto molti libri, di cui 5 con Piero Angela. Autore del podcast “Un mare di Storie di Alberto Luca Recchi”

Alberto Luca Recchi

Alberto Luca Recchi (Alberto Luca Recchi)

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