Martine Brochard, attrice francese naturalizzata italiana, è morta a 81 anni nella sua casa di Morlupo, vicino Roma, dove si era ritirata dopo una carriera intensa. Nata a Parigi nel 1944, debuttò con François Truffaut in Baci rubati (1968), ma fu in Italia, dal 1971, con Armiamoci e Partite di Nando Cicero, che trovò la sua consacrazione. Musa del cinema di genere anni Settanta, brillò in film come Milano trema: la polizia vuole giustizia di Sergio Martino e La governante di Giovanni Grimaldi, vincendo la Maschera d’argento. Con il suo fascino malinconico, lavorò con registi come Tinto Brass (Paprika), Pupi Avati (Una sconfinata giovinezza) e Carlo Vanzina.
Attrice poliedrica, spaziò tra cinema, TV (Il bello delle donne), teatro e radio, mostrando anche un’ironia brillante nei varietà del Bagaglino. Dopo la perdita del marito Franco Molè nel 2006 e la battaglia contro la leucemia, si dedicò alla scrittura, pubblicando favole per bambini e il toccante I miracoli esistono solo per quelli che ci credono (2012), dove raccontò la sua fede. A Morlupo, in un ex convento, trovò pace tra preghiera e nipoti. L’ultimo libro, Le favole della gallina blu (2016), sigilla il suo lascito. Martine Brochard resta un’icona raffinata, diva discreta e donna resiliente.