Storie Web lunedì, Maggio 20
Notiziario

“Ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni”, così Gianluigi De Palo, aprendo la seconda giornata degli Stati generali, alla presenza di Papa Francesco. Ieri, con la contestazione al ministro Roccella, è stata una giornata “molto difficile, abbiamo avuto alcune contestazioni e ci siamo sentiti abbandonati dalle istituzioni, che non si sono degnate di una parola di solidarietà per questo evento, come se ci fossero persone di serie A o di serie B, come se togliere la parola a un ministro fosse più grave rispetto a Gessica Barcella. Ma tutto questo fa parte del gioco di chi prova a dare la vita per un ideale, come stiamo facendo noi”. 

“Non siamo preoccupati solo di chi ci pagherà le pensioni o il Ssn. Vogliamo invece che i nostri figli siano liberi. Non si tratta di convincere a fare figli, qui si tratta di mettere ciascuno nelle condizioni di decidere liberamente cosa fare della sua vita. E oggi non è così perché la nascita di un figlio in Italia è una delle prime cause di povertà. E questo è inammissibile per tutti. È libero di non fare i figli chi non li vuole ma non è libero chi vorrebbe. L’obiettivo è quello di fare progetti a lungo termine, oltre la durata dei singoli governi. Ne va della vita del futuro di tutti noi”

“Fanno più rumore le polemiche – ha continuato –  che il tentativo di costruire un futuro diverso, fa più rumore una ventina di contestatori che migliaia di studenti che si sono preparati per mesi a questo evento, fa più rumore occupare spazi, soprattutto di potere, che generare processi, la guerra che la pace, l’odio dell’amore. Ma noi non ci rassegniamo a questa visione del mondo – ha proseguito – e noi siamo qui stanchi, distrutti, a rilanciare. Sempre più spesso ci domandiamo chi ce lo fa fare, sempre più spesso cerchiamo di essere un pungolo, di creare un dialogo, di uscire dalla dialettica destra-sinistra, di andare oltre a categorie ormai logore, di fare squadra e evitare polemiche, che sono il grande alibi per non dare risposte concrete alle famiglie e ai giovani”.

“La nostra missione è provare a far tornare una primavera demografica, perché vogliamo che i nostri figli siano liberi. Oggi non si tratta di convincere giovani e donne a fare figli, ma di mettere ciascuno nelle condizioni di decidere liberamente di cosa fare della propria vita e oggi non è così perché in Italia la nascita di un figlio oggi è una delle prime cause di povertà e questo è inammissibile”, ha concluso De Palo.

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