A piedi a Santiago con il figlio. La nuova sfida del papà che abbatte i pregiudizi sull’autismo

Non si ferma Lucio Cammarota.

Il papà-camminatore salernitano diventato un simbolo della sensibilizzazione sull’autismo, passo dopo passo -è proprio il caso di dirlo- continua ad andare avanti nella sua vita e nella sua missione: tenere alta l’attenzione sui ragazzi affetti da patologie dello spettro autistico, sulla urgente necessità di farli sentire seguiti e di inserirli nel tessuto sociale. 

Dal 2021 ha indossato le scarpe da ginnastica e non si è più fermato, percorrendo tragitti sempre più impegnativi per tenere fede alla sua promessa: se il figlio Rosario, affetto da un’alterazione dello spettro autistico, avesse fatto dei passi avanti, lui avrebbe iniziato a camminare. 

Così, traguardo dopo traguardo macina chilometri. L’ultimo percorso impegnativo lo ha realizzato a giugno scorso, quando ha eseguito tutto il cammino di Santiago de Compostela.

La nuova impresa

La nuova sfida, la più importante, è iniziata proprio stamattina, da Ferrol, in Galizia, Spagna. Ancora il cammino di Santiago di Compostela, questa volta lungo il versante inglese, quello più lungo. Ma la novità più importante è che Lucio in questa nuova sfida non è solo, con lui c’è Rosario, oggi 15enne che, per la prima volta, si mette in cammino accanto al papà, abbattendo in un colpo solo molte barriere e pregiudizi che accompagnano i ragazzi affetti da alterazioni dello spettro autistico.

Una prova che arriva per Rosario dopo i tanti passi avanti fatti nella vita di ogni giorno, in cui si muove sempre più in autonomia. Per Lucio un desiderio espresso già da tempo e, che ora, finalmente, si realizza: quello di camminare accompagnato dal figlio.

Insieme percorreranno cinque tappe: Pontedeume, Betanzos, Bruma, Sigueiro e poi l’ultima tappa, Santiago. 

Per intraprendere il cammino entrambi hanno affrontato un duro allenamento e un’alimentazione corretta che li preparasse alla fatica e alla resistenza.

Soprattutto la missione di Lucio e Rosario insieme, vuole accendere ancora una volta i riflettori sulla parola autismo. E’ questa l’impresa più importante da portare a termine.