Storie Web giovedì, Maggio 16
Notiziario

È ricomparso il segno positivo vicino alla raccolta dei gestori. A marzo l’industria del risparmio gestito italiano ha chiuso i battenti con i conti in attivo per 387 milioni, grazie principalmente al buon andamento dei fondi comuni che hanno incassato più di 1,9 miliardi. Un dato positivo e di questa entità non si vedeva dall’aprile dello scorso anno (2,7 miliardi). Pollice verso, invece, per i mandati istituzionali che, con uscite per 2,5 miliardi hanno vanificato il buon andamento delle gestioni retail (846 milioni), portando le gestioni di portafoglio in territorio negativo per 1,7 miliardi. In crescita anche il patrimonio complessivo che, complice la combinazione dei flussi e dell’effetto mercato (1,4%) si è portato a 2.343 miliardi, dei quali il 52,9% in capo alle gestioni collettive e il restante 47,1 a quelle di portafoglio.

Il primo trimestre

E così per l’asset management tricolore il primo trimestre dell’anno si è chiuso con i conti in rosso per 4,6 miliardi. Nello stesso periodo dalle casse dei fondi comuni sono usciti 2,8 miliardi, mentre i fondi chiusi hanno incassato 548 milioni. Da gennaio a fine marzo per i mandati istituzionali il saldo è stato negativo di 4,1 miliardi, mentre le gestioni retail hanno rastrellato 1,7 miliardi (-2,4 miliardi il dato complessivo).

I fondi comuni

Rispetto al passivo di 2,4 miliardi accusato a febbraio, i fondi aperti hanno spinto sull’acceleratore, ridimensionando il deficit da inizio anno a -2,8 miliardi. In verità, però, il merito del risultato positivo è arrivato soprattutto dai prodotti obbligazionari che da soli hanno incassato ben 4,7 miliardi (16,3 da gennaio) e in parte dai monetari, positivi per 1,9 miliardi (-922 milioni da inizio anno). In caduta libera la raccolta degli azionari e dei bilanciati (rispettivamente -1,6 e -1,7 miliardi). I primi l’ultimo saldo in attivo lo hanno registrato a giugno dello scorso anno, i secondi nello stesso mese ma del 2022. Continua inoltre la parabola discendente dei flessibili dalle cui casse sono usciti 1,3 miliardi (-7,3 nel trimestre).

Le società

Marzo è stato particolarmente negativo per i conti del gruppo Generali che ha registrato un passivo di 1,6 miliardi in seguito ai movimenti sulle gestioni istituzionali. Negativo anche l’andamento di Amundi (-563 milioni), Morgan Stanley (-307 milioni) e Anima Holding (-240 milioni). Conti in attivo per Poste Italiane (809 milioni), complici sia il dato positivo dei fondi, sia dei mandati. I fondi aperti di Fideuram hanno sostenuto anche la raccolta di Intesa Sanpaolo (180 milioni). Stesso copione per Bnp Paribas (729 milioni), per Deutsche Bank (349 milioni), per Arca (102 milioni) e per Mediolanum (83 milioni).

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