Storie Web lunedì, Dicembre 23
Notiziario

Il patron di RedBird spiega qual è la sua visione per il Milan e fa un esempio tanto efficace quanto rumoroso per quel che è successo ai nerazzurri: “È questo davvero quello che vogliamo?”

Un studio della Harvard Business School diventa l’occasione per la proprietà americana del Milan di rispondere a quanti, cavalcando la contestazione, la invitano a vendere e lasciare il club. Il numero uno di RedBird, Gerry Cardinale usa concetti forti, esempi dirompenti, pone domande che hanno già un risposta, alza la voce a modo suo rispetto al clamore di questi ultimi tempi. Cori e bordate di fischi avevano fatto da colonna sonora a San Siro nel giorno del 125° anniversario dei rossoneri. A Verona, nonostante la vittoria, lo spartito era stato lo stesso. Impietoso ma tremendamente reale, sia perché la squadra in campo continuava ad arrancare sia perché la delusione è fortissima per come stanno andando le cose in stagione e, più ancora, per le voci di dentro che raccontano di spogliatoio in fermento, malumori e quant’altro può fare da zavorra.

Furlani menziona le minacce di morte subite per la cessione di Tonali. Cardinale usa l’espressione “vincere con intelligenza” come manifesto del suo pensiero. Tira in ballo i nerazzurri campioni d’Italia in carico per chiarire quale idea ha per il suo Milan, come intende muoversi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Non è che gli piaccia trovarsi già a dicembre (quasi) fuori dalla lotta scudetto e accontentarsi di una Champions disputata a fiammate, in bilico tra la perfezione rasentata contro il Real Madrid e rischi folli come quelli corsi contro lo Slovan Bratislava.

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“Vincere campionati è sicuramente un obiettivo importante – ha ammesso Cardinale, che dal tono di voce lascia intendere il succo del discorso sia altro -. Ma bisogna bilanciare questa ambizione con l’opportunità di vincere con intelligenza”. Cosa vuol dire? Lo spiega con estrema efficacia usando un esempio molto rumoroso: “L’Inter ha vinto lo scudetto l’anno scorso e poi è andata in bancarotta (ovvero che il proprietario Zhang è stato costretto a vendere al fondo Oaktree ndr), è questo davvero quello che vogliamo? Per i tifosi, il mio lavoro è vincere il campionato italiano ogni anno, lo capisco. Per i miei investitori che si concentrano sull’apprezzamento del valore finale, il mio lavoro è far sì che il Milan competa per lo scudetto ogni anno, vada in Champions League ogni anno e si spinga sempre oltre in Coppa”.

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La visione è differente perché diversa è la mentalità di chi fa impresa e fa riferimento a una gestione che “massimizza il flusso di cassa e il valore del marchio”, di chi pensa al domani senza l’ansia del presente, di chi crede che il risultato di oggi è nulla se non poggia su basi solide.

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