Costi in aumento per i cittadini per la gestione dei rifiuti urbani: secondo l’ultimo Rapporto dell’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che ha calcolato i valori considerando tutte le fasi del servizio (dallo spazzamento al trattamento), nel 2023 l’asticella pro capite si è attestata a 197 euro (contro i 192,3 euro dell’anno prima) condizionata soprattutto da alcune voci di costo di natura variabile, a partire dalla raccolta e dal trasporto delle frazioni differenziate che pesa per circa 53 euro sulla “bolletta” totale. Le voci fisse che incidono in misura maggiore sono quelle relative ai Comuni (26,5 euro per abitante) e allo spazzamento (24,5 euro pro capite).
Il costo per abitante
Nel 2023, il costo totale annuo pro capite del servizio per macroarea geografica risulta maggiore al Centro con 233,6 euro/abitante (+5,3 euro/abitante rispetto al 2022), seguito dal Sud con 211,4 euro/abitante (+9,1 rispetto al 2022) e dal Nord con 173,3 euro/abitante (+3 euro/abitante rispetto al 2022). In tutte le macroaree, la voce che maggiormente incide sul costo totale è quella relativa alla raccolta e trasporto delle frazioni differenziate (CRD), con 64,6 euro/abitante al Centro (+2 rispetto al 2022), 57,5 euro/abitante al Sud (+2,1 rispetto al 2022) e 45,3 euro/abitante al Nord (+1,6 rispetto al 2022).243
La spesa a livello regionale
Passando alla fotografia regionale, ecco qual è la classifica relativa agli esborsi più alti. Al Nord, la Liguria si riconferma la regione con il maggior costo per abitante, 275,7 euro (+5 rispetto 2022), al Centro la Toscana con 258,1 euro/abitante (+14,4 rispetto al 2022), seguita dal Lazio con 233,7 euro/abitante (+3,9 rispetto al 2022) e infine al Sud la Campania con 227,2 euro/abitante (+12,8 rispetto al 2022) e la Sicilia con 217,1 euro/abitante (+7,5 rispetto al 2022). I minori costi pro-capite si riscontrano: al Nord, in Lombardia con 144,5 euro/abitante (+2,2 rispetto al 2022) e in Friuli Venezia-Giulia con 144,9 euro/abitante (-0,6 rispetto al 2022) al Centro nelle Marche con 173,4 euro/abitante, (-5,2 rispetto al 2022) e al Sud in Molise, con 144,3 euro/abitante, (+3,1 rispetto al 2022).
La classifica dei capoluoghi di regione
Quanto al check sui capoluoghi di regione, nel 2023 il costo annuo pro capite più elevato si registra per la città di Venezia, con 411 euro/abitante (+6,6 rispetto 2022), seguita da Cagliari con 296,7 euro/abitante (+0,7) e da Perugia con 291 euro/abitante (+5). I valori più bassi si osservano, invece, per Campobasso e Trento – che, insieme a Cagliari, ha adottato il sistema di tariffazione puntuale da tempo -, con 166,8 euro/abitante (+0,3) e 170,9 euro/abitante (-1,4). Al Nord, oltre a Venezia, il costo totale pro capite più alto si registra a Genova e Torino con, rispettivamente, 284,8 euro/abitante (+0,9 euro/abitante rispetto al 2022) e 240,1 euro/abitante (+0,7). Mentre il costo più basso si conferma per Trento 170,9 euro/abitante (-1,4). Al Centro, Perugia presenta il costo pro capite più alto, pari a 291 euro/abitante (+5 euro/abitante rispetto al 2022), seguono Firenze con 286,9 euro/abitante (+19,6) e Roma con 272,9 euro/abitante (+2,5). Il costo minore è stato registrato per la città di Ancona con 200,1 euro/abitante (-1,9 euro/abitante rispetto al 2022). Al Sud, alla città di Cagliari, si aggiungono Napoli e Bari, rispettivamente con 257,3 euro/abitante e 212,6 euro/abitante (+11 euro/abitante).
Le città con i costi più alti
Tra le città che presentano il maggior costo si segnalano Venezia, con 411 euro/abitante (+6,6 rispetto 2022), seguita da Cagliari con 296,7 euro/abitante (+0,7) e da Perugia con 291 euro/abitante (+5). I valori più bassi si osservano, invece, per Campobasso e Trento, con 166,8 euro/abitante (+0,3) e 170,9 euro/abitante (-1,4). A Roma il costo del servizio risulta pari a 272,9 euro/abitante (+2,5).