Nessun rinvio in commissione per la manovra di bilancio. Contro le Cassandre della stessa maggioranza e le certezze dell’opposizione il disegno di legge di Bilancio 2027-2025 è pronto per il voto di fiducia. Una volta ottenuto nella tarda serata di venerdì saranno i senatori, una volta smaltito il panettone delle cene natalizie, a dare il via libera definitivo e chiudere definitivamente la sessione di Bilancio 2024 alla vigilia di San Silvestro. Un successo non da poco per tutti i tecnici della Ragioneria e del Mef che hanno lavorato oltre 600 emendamenti (ne avrebbero dovuti istruire soltanto 300 come super segnalati) e alla fine ne hanno portati all’approvazione quasi 400 se si considerano anche i correttivi identici.
L’iter del provvedimento
A gridare al ritorno in commissione e a mettere sotto accusa gli uffici della Camera, quelli del Mef e quelli della Ragioneria per il convulso e a dir poco caotico esame i sede referenza della V Bilancio di Montecitorio è stata per prima la stessa maggioranza e per di più con il presidente dei deputati di Fratelli d’Italia durante la capigruppo di mercoledì mattina che all’indomani delle due lunghe non stop notturne di inizio settimana di deputati, tecnici, lobbysti e giornalisti, ha fissato il timing di chiusura alla Camera dei lavori sulla manovra.
Dopo un’altra notte passata a rimettere in fila i 908 commi in cui si sono trasformati i 124 articoli del Ddl di bilancio trasmesso alle Camere dal Governo il 23 ottobre scorso la sorpresa per maggioranza, opposizioni e Cassandre varie è che il testo, dopo un’altra nottata passata negli uffici di via XX Settembre a fare le verifiche finanziarie, non presenta profili finanziari che richiedono un nuovo intervento della commissione Bilancio e dunque un nuovo rinvio dei lavori all’imminente week-end prenatalizio. La corsa ai regali è salva anche gli onorevoli, gli uffici e le redazioni.
I problemi nella stessa maggioranza
A dare l’idea del caos in cui i tecnici di Camera, Mef e Ragioneria hanno dovuto lavorare sono i numeri delle proposte di modifica che sono piovute sui tavoli di chi doveva istruire un parere e motivare sia in positivo sia in negativo l’esito del correttivo proposte. Numeri che testimoniano come l’appello della stessa premier e del ministro Giorgetti all’avvio della sessione di Bilancio, ossia di contenere al massimo le proposte di modifica da parte dei partiti di maggioranza sia caduto del tutto nel vuoto. Alla fine è la maggioranza che ha fatto opposizione al suo stesso Governo. Gli emendamenti approvati sono stati ben 211, record delle ultime legislature visto che si arriva a quasi 400 correttivi se si considerano gli emendamenti identici. Errori certamente ce ne sono stati nella gestione della montagna di carta prodotta con dei fascicoli duplicati con lo stesso numero ma emendamenti che intervenivano sulla stessa materia ma con due testi diversi (i revisori del Mef ad esempio), ma resta il fatto che la stessa maggioranza ha prodotto correttivi a raffica costringendo gli uffici a riformulare e di fatto a riverificare ogni volta i profili finanziari di ben 100 proposte di modifica. Stando ai calcoli del Sole 24 Ore, su 208 emendamenti approvati ben 150 portano le firme dei deputati dei quattro partiti che sostengono Giorgia Meloni.