Sponsor privati e distretti del biologico nei parchi nazionali e regionali italiani. E pure sottomarini turistici. Sono le principali proposte lanciate dal governo Meloni agli Stati generali delle aree protette, la due giorni a Roma organizzata dal ministero dell’Ambiente per discutere della riforma della legge in materia, la 394 del ’91. «Non vedo nulla di male se cominciamo ad aprirci alla possibilità di migliorare la vita dei parchi attraverso sponsorizzazioni di aziende -, ha detto il sottosegretario all’Ambiente e alla sicurezza energetica, Claudio Barbaro -. Ad esempio, potrebbe esserci una gara comune per le auto elettriche per tutte le aree protette».
Legge da aggiornare
Sulla riforma della 394, «gli obiettivi per aggiornare la legge dobbiamo darceli insieme», ha detto Barbaro ai partecipanti agli Stati generali: ministeri, enti locali, enti parco, ong, centri di ricerca, forze dell’ordine. «Noi abbiamo idee – ha aggiunto, ma vogliamo calarle in un percorso specifico da condividere con voi. Quando avremo le idee chiare, presenteremo un disegno di legge».
«Coniugare le aree protette ai distretti produttivi biologici»
Il sottosegretario al ministero dell’Agricoltura Patrizio Di Pietra ha lanciato la proposta di «coniugare le aree protette ai distretti produttivi biologici». A suo avviso, «gli agricoltori sono i veri ambientalisti, che proteggono i territori». Ma «negli anni il loro ruolo è stato svilito da un concetto di sostenibilità ambientale eccessivamente spinto». Per questo «l’approccio del governo Meloni alla sostenibilità ambientale è inscindibilmente legato alla sostenibilità economica e sociale».
Attività turistica nei fondali marini
«Noi prevediamo che ci possa essere presto un’attività turistica nei fondali e nel dominio subacqueo -, ha detto il ministro della Protezione civile e delle politiche del mare, Nello Musumeci -. L’industria si sta adeguando alla domanda, con la realizzazione di vettori, di piccoli sommergibili. Se finora erano di interesse della Marina militare, ora cominciano a diventare di interesse privato».
Aree protette motore di sviluppo
Per la ministra del Turismo, Daniela Santanché, «la nostra ambizione è che le aree protette non siano solo custodi della biodiversità, ma anche motore dello sviluppo economico e sociale. Dobbiamo lavorare perché diventino un volano economico e una leva turistica». «In Italia si ha la convinzione che mettere sotto tutela un’area diventa un ostacolo – ha spiegato il ministro Musumeci -. Compito delle istituzioni e delle associazioni è il superamento di questo limite culturale».