L’Aula del Senato si scalda non appena la presidente del Consiglio rivendica il contributo chiesto dalle banche in manovra. La premier attaccando il M5s, ha detto: “Ci è venuto a spiegare che saremmo servi della lobby delle banche, ma è ingeneroso accusare di ciò chi ha raccolto 3,6 miliardi nella manovra per coprire il taglio del cuneo per i lavoratori e altri provvedimenti a favore dei redditi medio bassi”.
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Tensione in Aula durante l’intervento di Giorgia Meloni al Senato, durante il discorso di replica in vista del prossimo Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre. L’Aula si accende non appena la premier tocca l’argomento banche, per rispondere alle critiche ricevute dall’opposizione, e in particolare dal M5s.
Meloni ha messo a confronto le risorse messe dal governo per la legge di bilancio 2025 da un lato, cioè 30 miliardi e quelle legate al Superbonus per il solo 2025, 38 miliardi. “Applauditevi, fate bene”, ha detto la premier alzando la voce per coprire le proteste nell’Aula di Palazzo Madama. “Non ci venite a spiegare dove avremmo potuto mettere dei soldi che voi avete bruciato per far ristrutturare le seconde case a gente che se lo poteva permettere, e non ci venite a spiegare neanche che noi saremmo servi della lobby delle banche”.
“Lo so che siete in difficoltà. Quando vengo accusata io posso rispondervi oppure voi dite quello che volete e io devo stare in silenzio?”, ha detto irritata. “Buoni, con aplomb e garbo istituzionale voglio spiegarvi una cosa. Siamo stati accusati tra le varie cose di essere dei servi di varie lobby, tra cui quella delle banche…”, ha ripetuto la premier.
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“Voglio dire che mi pare ingeneroso accusare di essere servo delle lobby delle banche chi ha raccolto” da banche e assicurazioni “3,6 miliardi nella legge di bilancio per coprire il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori e altri provvedimenti per redditi medio-bassi”. Non appena ha pronunciato queste parole il suo intervento è stato più volte contestato e interrotto dalle proteste arrivate dai banchi del M5s. È stato necessario l’intervento del presidente del Senato La Russa, che ha tentato di riportare l’ordine, richiamando i senatori Patuanelli e Licheri.
“Penso che quello che noi abbiamo fatto sia un cambio di passo importante rispetto a quello che è stato fatto da coloro che oggi ci accusano di essere servi delle lobby delle banche. E ricordo in particolare, quando governava il Movimento Cinque Stelle, di aver contestato il modo in cui era stato disegnato un provvedimento (il Superbonus, ndr) che l’allora presidente Conte definì ‘potenza di fuoco’, con 400 miliardi di euro messi a disposizione delle banche per concedere prestiti alle imprese e ai cittadini, senza impedire che le banche utilizzassero la garanzia dello Stato per rinegoziare prestiti che avevano già fornito. Questo penso sia regalare soldi alle banche”, ha insistito la premier, riferendosi appunto al Superbonus. “Sono contenta di guidare un governo che su questo ha corretto la rotta”.
“Si è un po’ deteriorato il clima”, ha concluso Meloni, chiudendo il suo intervento e facendo gli auguri a tutti di buon Natale.
Come abbiamo ricordato in questo pezzo, il contributo chiesto alle banche per la manovra, i 3,6 miliardi circa a cui fa riferimento Meloni, non sono altro che un anticipo di liquidità: al posto della tassa sugli extraprofitti di cui si era parlato, banche e assicurazioni dovranno solo anticipare allo Stato contributi che poi verranno restituiti. Tecnicamente si tratta di un rinvio dell’utilizzo di alcuni sconti fiscali, le DTA, le imposte differite attive, pagate dagli istituti per le perdite su crediti e avviamenti, a dopo il 2027, a fine legislatura.