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Notiziario

Un emendamento alla manovra 2025 presentato dai relatori, prevede un restringimento della platea che può accedere al Fondo per l’acquisto della prima casa: la garanzia del Fondo mutui, fino a un massimo del 50% viene concessa non più in via prioritaria ma in via esclusiva a giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, chi vive nelle case popolari e under 36.

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Nel nuovo emendamento dei relatori alla legge di Bilancio, che contiene diverse proposte di modifica del testo della legge finanziaria, c’è una norma che restringe l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa con la garanzia da parte dello Stato. La garanzia del Fondo prima casa, infatti dovrebbe essere riservata “esclusivamente” alle giovani coppie, ai nuclei monogenitoriali con figli minori, ai conduttori di case popolari e ai giovani under 36, e non più “prioritariamente” agli stessi soggetti.

Al momento la norma stabilisce infatti che la garanzia del Fondo, nella misura massima del 50% della quota capitale sui mutui prima casa, sia riservata in via prioritaria a queste categorie.

Cosa dice l’emendamento alla manovra sui mutui prima casa

Per chi compra la prima casa nel 2025 quindi potrebbero esserci novità, secondo quanto prevede uno degli emendamenti alla manovra (non onerosi), depositati dal governo in Commissione Bilancio della Camera. la garanzia del Fondo mutui, fino ad un massimo del 50%, viene concessa non più in via prioritaria ma in via esclusiva a giovani coppie, nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, chi vive nelle case popolari e under 36.

Con la manovra 2025 stipendi più alti per i ministri non eletti: cosa dicono le proposte di modifica

“La garanzia del fondo è concessa, nella misura massima del 50%, sui finanziamenti per immobili da adibire ad abitazione principale del mutuatario, con priorità per l’accesso al credito da parte delle giovani coppie, dei nuclei familiari mono genitoriali con figli minori, da parte dei conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, nonché dai giovani che non hanno ancora compiuto 36 anni di età”, prevedendo invece che la garanzia possa essere esclusivamente predetti soggetti”, si legge infatti nella relazione tecnica che accompagna il testo.

Le altre proposte nell’emendamento dei relatori alla legge di Bilancio

Una proposta che ha scatenato la reazione delle opposizioni, e che è stata inserita nell’emendamento dei relatori alla manovra depositato in Commissione Bilancio, riguarda gli stipendi di ministri, vice e sottosegretari non eletti, che verranno equiparati a quelli dei loro colleghi approdati in Parlamento tramite le elezioni. La proposta ha subito generato reazioni accesse da parte delle forze di minoranza, visto che per finanziare la modifica sull’indennità dei ministri non eletti serviranno 1,3 milioni di euro a partire dal 2025.

Un’altra proposta che ha innescato le polemiche è quella che riguarda il divieto per ministri e parlamentari di svolgere incarichi retribuiti affidati da Stati e società che si trovano al di fuori dell’Ue. Chi dovesse ignorare il divieto dovrebbe restotuire le somme percepite o incorrerebbe in una sanzione pari a quanto guadagnato. “Un emendamento proposto contro Matteo Renzi, dal vago sapore sovietico”, è stato il commento di fonti di Italia Viva, vista l’attività di conferenziere dell’ex premier in Arabia Saudita.

E ancora, un altro intervento riguarda le tariffe autostradali relative alle concessioni che non hanno presentato gli aggiornamenti dei piani economico-finanziari: per l’anno 2025 le tariffe sono incrementate dell’1,8%.

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