Storie Web giovedì, Dicembre 12
Notiziario

Nel terzo trimestre, la produzione metalmeccanica-meccatronica si è contratta dell’1,6% rispetto al secondo trimestre e si è ridotta del 3,9% su base annuale. Un calo più marcato di quello rilevato per la produzione di tutta l’industria che, invece, è diminuita dello 0,6% sul trimestre precedente e dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Lo indica la 172esima edizione dell’indagine congiunturale di Federmeccanica sull’industria metalmeccanica-meccatronica italiana, sottolineando che nei primi nove mesi dell’anno a condizionare l’attività produttiva metalmeccanica è stata, in particolar modo, la caduta della produzione di Autoveicoli e rimorchi con volumi trimestrali in significativa contrazione soprattutto nella prima metà dell’anno.

20% imprese prospetta un calo di occupazione

Aumenta la quota di imprese che prospetta una riduzione dei livelli occupazionali nei prossimi sei mesi: il 20% rispetto al 14% di fine giugno. E’ quanto indicano i risultati dell’indagine trimestrale di Federmeccanica. Inoltre, il 50% delle aziende continua ad essere penalizzata dalle complicazioni dei traffici marittimi nella zona del Mar Rosso e il 37% risente delle difficoltà legate alle “insufficienze infrastrutturali nazionali” per quanto riguarda trasporti e logistica. Federmeccanica sottolinea anche che le retribuzioni contrattuali della metalmeccanica sono cresciute di circa il 40% in più rispetto all’industria nel suo complesso e, al contempo, il fatturato settoriale, tendenzialmente più contenuto di quello realizzato nell’industria in senso stretto, anche a settembre 2024 si è collocato al di sotto di circa 4 punti percentuali.

«Siamo in grandissima difficoltà»

“Siamo in grandissima difficoltà. La crisi del nostro settore è certificata da dati che purtroppo non lasciano spazio a dubbi. I risultati a consuntivo continuano ad essere molto negativi rispetto sia al trimestre passato sia allo stesso periodo dell’anno precedente. Le prospettive evidenziano un quadro in ulteriore peggioramento su tutta la linea”. Lo afferma il vicepresidente di Federmeccanica, Diego Andreis, commentando l’indagine congiunturale ed evidenziando l’impatto che la meccanica ha sul resto dell’industria. “Quando andiamo male tutti ne risentono considerando il peso del nostro settore che vale l’8% del Pil e circa il 50% dell’export nazionale. Occorre fare tanto, a partire dalle politiche industriali a livello sia europeo sia nazionale, come è avvenuto negli Stati Uniti e anche in Cina. I fondi vanno aggiunti e non tolti e le risorse devono essere ben utilizzate. È il momento della responsabilità – prosegue – per proteggere un tessuto industriale composto da imprese esposte a forti turbolenze che ne mettono a rischio la tenuta. Tutti devono fare la propria parte per non lasciare indietro nessuno, noi come sempre faremo la nostra”. Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, evidenzia che “nonostante la grave situazione delle nostre imprese, nella meccanica c’è stato un incremento delle retribuzioni contrattuali che non ha eguali rispetto al complesso dell’industria. La nostra proposta per il rinnovo del contratto nazionale oltre a dare risposte concrete a importanti problemi di natura sociale – che portano anche benefici economici alle persone – prevede una maggiore redistribuzione in presenza di un adeguato livello di profittabilità, mantenendo l’adeguamento dei minimi tabellari all’inflazione (Ipca Nei). La ricchezza si può distribuire solo dove viene prodotta e dopo che è stata prodotta”, prosegue Franchi rimarcando che “pur in presenza di grandi difficoltà le nostre imprese continuano ad investire, continuano a dare un contributo sostanziale all’intero Sistema, ma non possono essere lasciate sole”.

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