Storie Web giovedì, Dicembre 12
Notiziario

Per tutto il 2025 i pescherecci italiani a strascico non dovranno subire nessuna riduzione dei giorni di pesca. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura del 10 dicembre. «È la prima volta che l’Italia ottiene un simile successo – ha commentato il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lolloobrigida, alla conclusione del vertice Agrifish – un altro importante risultato riguarda le quote di pesca del gambero, per le quali siamo riusciti a limitare la riduzione al 6%».

L’accordo tra i ministri Ue è arrivato dopo due giorni di negoziati segnati dalle richieste di Italia, Francia e Spagna di tutelare le proprie marinerie e limitare il taglio dei giorni di pesca nel Mediterraneo proposto dalla Commissione europea alla fine di novembre. La proposta messa sul tavolo dall’esecutivo Ue prevedeva per l’Italia il 38% di riduzione dei giorni di pesca a strascico per il 2025 per l’area che va da Imperia a Trapani, Sardegna inclusa. Era inoltre previsto un taglio della quota del gambero viola e del gambero rosso rispettivamente del 18% e del 29%. Al termine del Consiglio, invece, è stato possibile contenere i danni: per quanto riguarda lo strascico, grazie a un articolato set di misure di compensazione, l’Italia ha potuto di fatto annullare l’intero taglio proposto dalla Commissione.

Pesca, Lollobrigida “Regole Ue non penalizzino il settore”

Plaudono le associazioni del settore: «Abbiamo evitato il peggio – ha detto il vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, Paolo Tiozzo – una vittoria dell’Italia sostenuta anche dai colleghi spagnoli e francesi che hanno condiviso la nostra stessa battaglia. Anche la riduzione del 6% della quota di pesca dei gamberi di profondità, sia viola che rosso, avrà un impatto pressoché neutro sulla flotta coinvolta, visto che già la quota 2024 non era stata interamente consumata e che entro luglio 2025 cesserà l’attività di circa il 15% dell’intera capacità della flotta che effettua questo tipo di pesca».

«Il lavoro duro di questi mesi – ha detto la direttrice di Federpesca, Francesca Biondo – tra riunioni, comunicati e documenti congiunti a livello nazionale ed europeo, e continui confronti con gli operatori ittici e con le istituzioni per portare le nostre istanze contro la proposta della Commissione, ha portato a un risultato più positivo: la tanto temuta riduzione dell’attività di pesca a livelli insostenibili per gli operatori, in particolare nel Mediterraneo Occidentale, si è rivelata meno severa di quanto inizialmente previsto». Anche Coldiretti Pesca si è detta soddisfatta: «Questo risultato – si legge in una nota dell’associazione – rappresenta una boccata d’ossigeno per la flotta italiana, tutelando l’equilibrio tra sostenibilità ambientale e salvaguardia del tessuto economico delle comunità costiere». Anche per il nasello è stata fissata una soglia di cattura più favorevole, pari a 261,5 tonnellate, anziché le 215,5 tonnellate proposte inizialmente dalla Commissione, che per la prima volta ha toccato anche la piccola pesca artigianale.

Una decisa riduzione delle giornate di pesca, ricordano Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca, «avrebbe comportato la perdita di migliaia di posti di lavoro. Ci auguriamo che questo sia solo il primo risultato di una serie di successi che portino a una definitiva inversione di tendenza nel comportamento della Commissione riguardo alla pesca mediterranea, basato su una visione che consideri la sostenibilità socio-economica alla stessa stregua di quella ambientale».

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