L’arretramento è poderoso, un passo indietro di oltre due miliardi nel mercato interno che riporta indietro le lancette della domanda al lontano 2016. Per il settore delle macchine utensili il 2024 non sarà un anno da incorniciare, caratterizzato dal crollo di oltre un terzo del consumo di robot (-34,8%), caduta che si distribuisce quasi equamente tra consegne delle aziende italiane ed importatori, andando ad abbattere la produzione di oltre l’11%.
Caduta ampia (solo nel 2020 era andata peggio) ma comunque limitata dalla crescita delle esportazioni (+6,3%), salvagente che ancora una volta argina le difficoltà interne con valori che raggiungono il nuovo record a 4,5 miliardi di euro.
Stime, quelle dell’ufficio studi di Ucimu, riviste al ribasso alla luce dell’evoluzione recente del mercato, azione necessaria tenendo conto dell’andamento degli investimenti nazionali in macchinari, deboli in generale (-6,2%) nel dato Istat del terzo trimestre) e frenati in particolare dalla lunga attesa delle misure di Transizione 5.0
«Se è vero che il ritmo di crescita del biennio 2021-2022 non era sostenibile – spiega il presidente di Ucimu-Sistemi per Produrre Riccardo Rosa – è altrettanto vero che ora il valore del mercato italiano si è profondamente ridotto, tornando sui livelli del 2016. Troppo poco direi. Per questo occorrono interventi e misure importanti».
Complessità e ritardi nelle misure di Transizione 5.0 hanno finora limitato l’accesso allo strumento, con poco più del 3% di crediti di imposta prenotati, su un ammontare globale di 6,24 miliardi disponibili. Per correre ai ripari il Mimit annuncia un robusto aggiustamento normativo (si veda articolo a pagina 27) . e se le novità annunciate sono generalmente apprezzate dalle imprese, resta pressante il problema dei tempi.