Storie Web venerdì, Dicembre 27
Notiziario

“Abbiamo raggiunto la periferia di Homs” è l’annuncio fatto dalle forze dei ribelli siriani che, dopo aver conquistato Aleppo e Hama, puntano su Damasco. Intanto una nuova offensiva a Sud mette in allarme Israele e Giorania. Assad appare circondato e con il solo aiuto dell’Iran.

Sembra inarrestabile l’avanzata dei ribelli jihadisti in Siria dove, dopo aver conquistato Aleppo e Hama, sono ormai alle porte della grande città di Homs e promettono di voler marciare fino a Damasco per rovesciare il regime di Assad. Il tutto in poco più di una settimana di combattimenti. Una nuova rivolta intanto è scoppiata anche nella provincia meridionale di Daraa, con i ribelli che sostengono di aver preso una grande base militare con missili russi e il controllo di un valico di frontiera con la Giordania.

“Abbiamo raggiunto la periferia di Homs” è l’annuncio fatto dalle forze dei ribelli siriani in serata attraverso i canali social. “Le forze armate siriane mantengono il completo controllo della città di Homs e della zona circostante, e le notizie relative a un ritiro del truppe di Damasco sono infondate”ha reso noto però il Ministero della Difesa siriano.

Immagine

Nuova offensiva dei ribelli anche a sud

Dopo aver preso gran parte del nord in pochi giorni, venerdì una nuova offensiva dei ribelli nella Siria meridionale  ha portato alla conquista di una serie di posti di comando dell’esercito siriano nella provincia di Daraa e del valico di frontiera di Nassib tra Siria e Giordania. Movimenti che hanno messo in allarme sia la Giordania, che ha ordinato la chiusura delle frontiere e dei valichi, sia di Israele che ha bombardato alcune zone di confine, sostenendo che fossero usate da Hezbollah per contrabbandare armi, e aumentato le forze armate al confine. Valichi di frontiera chiusi anche dal Libano.

I curdi: “La Siria non diventi un Afghanistan bis, i jihadisti non devono essere lasciati al potere”

Video thumbnail

Mentre ad  Hama I ribelli jihadisti filoturchi hanno abbattuto i simboli del regime tra cui l’enorme statua del padre dell’ex presidente siriano, Hafez al-Assad, tra le urla dei miliziani, ad Homs migliaia di persone sono in fuga  per evitare potenziali scontri tra i ribelli e le forze del regime che aveva saldamente in mano la città siriana dal 2011. I video che arrivano dalla zona mostrano i combattenti ribelli su veicoli militari e ciclomotori ad Hama mentre centinaia di auto civili  in coda per uscire da Homs.

Immagine

Assad circondato e senza aiuti

Sempre a sud, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, funzionari hanno abbandonato i palazzi governativi nella provincia meridionale di Suwayda, mentre i ribelli aumentano il controllo del territorio dei 2 capoluoghi Daraa e Suwayda. Conquistati anche posti di blocco militari governativi nella zona di Al-Lajat e il quartier generale della sicurezza dello Stato a Shahba. “Esortiamo vivamente i restanti soldati del regime e il ministro della Difesa a esprimere il loro dissenso”, ha affermato il comandante ribelle di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), Hassan Abdul Ghani aggiungendo: “Stiamo arrivando a Damasco”.

Intanto Assad avrebbe chiesto alla Turchia a intervenire per fermare i ribelli jihadisti e fatto appello per un aiuto anche ad  Emirati Arabi Uniti, Egitto, Giordania e Iraq, ma finora ha ricevuto un rifiuto. Secondo il Wall Street Journal, funzionari di Egitto e Giordania avrebbero invitato Assad a lasciare la Siria. L’unico aiuto concreto potrebbe arrivare dall’Iran che valuta invio missili e droni a sostegno di Assad. “La Repubblica islamica dell’Iran ha sempre sostenuto la Siria e continuerà a farlo con tutte le sue forze e con tutto ciò che sarà necessario e richiesto dal governo siriano”, ha affermato il ministro degli esteri di Teheran.

Condividere.
© 2024 Mahalsa Italia. Tutti i diritti riservati.