Nove persone finite agli arresti domiciliari – o meglio otto, perché per l’imprenditore René Benko c’è un mandato di arresto europeo. In Trentino-Alto Adige, un’inchiesta con ben 77 indagati ha portato alle prime misure cautelari. Tra le accuse: associazione a delinquere, truffa, finanziamento illecito ai partiti e traffico di influenze illecite.
La Procura di Trento ha fatto scattare questa mattina gli arresti domiciliari per nove persone indagate nell’ambito di un’inchiesta partita nel 2019. Tra di loro la sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, e l’ex senatore del gruppo delle Autonomie Vittorio Fravezzi. Un altro imprenditore, il magnate austriaco René Benko fondatore di Signa (colosso immobiliare ora fallito), ha ricevuto un mandato di cattura europeo.
Ai domiciliari anche il commercialista Heinz Peter Hager, che lavorava per Signa in Italia, e l’imprenditore Paolo Signoretti. Oltre a loro gli architetti Fabio Rossa e Andrea Saccani, la dirigente del Comune di Bolzano Daniela Eisenstecken e Lorenzo Barzon, giornalista pubblicista attivo nell’organizzazione di campagne elettorali, descritto come “uomo di fiducia di Hager, del quale eseguiva pedissequamente gli ordini”.
Stando alla stampa austriaca, Benko si è presentato alla polizia di Innsbruck ed è stato ascoltato, ma non fermato. Il suo legale, Norbert Wess, ha comunicato che il mandato non sarà eseguito ma che Benko continuerà a cooperare con le autorità.
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L’indagine ha proporzioni molto ampie: gli indagati sono ben 77 e tra questi figurano diversi amministratori locali, imprenditori e dirigenti pubblici. Tra le accuse ci sono quelle di associazione a delinquere, truffa, turbativa d’asta, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite. Ma anche corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, altri reati ai danni della pubblica amministrazione ed emissione di fatture false.
Il quadro, secondo gli inquirenti, sarebbe quello di un gruppo che avrebbe influenzato l’amministrazione in Trentino-Alto Adige soprattutto nel settore edilizio. René Benko, imprenditore austriaco, è infatti il fondatore di Signa, grande conglomerato immobiliare che è attivo non solo in Austria, ma anche nel Nord Italia, ora fallito.
L’accusa sostiene dunque che gli imprenditori avrebbero finanziato le campagne elettorali dei politici coinvolti, e in cambio avrebbero ottenuto favori sulle pratiche che li riguardavano. Poteva trattarsi di agevolazioni, procedure semplificate, concessioni in ambito immobiliare. Ad esempio, Benko si sarebbe interessato tramite il suo commercialista ai lavori per la riqualificazione di una zona di Trento.
Gli stessi imprenditori si sarebbero poi rivolti anche ai funzionari, gli amministratori, insomma quei dipendenti della macchina pubblica che non avevano bisogno di campagne elettorali: a loro sarebbero andati regali, favori, o anche denaro, in cambio di una assistenza illecita quando si trattava di appalti per lavori pubblici. L’indagine era iniziata nel 2019, dopo che una dipendente comunale di Bolzano aveva effettuato un accesso abusivo al sistema informatico.