Più chiarezza nei flussi e più controllo diretto sulla filiera: con questi obiettivi la maison Christian Dior, marchio di punta del gruppo Lvmh, ha comunicato la nascita di un nuovo “dipartimento industriale”, che secondo una nota diffusa dalla maison «rafforzerà la capacità di produzione nel lungo periodo e assicurerà la continuità del suo eccezionale savoir-faire».
A guidare il dipartimento, a partire dal 2 gennaio 2025, sarà Giorgio Striano, nel ruolo di Chief Industrial Officer, che riporterà direttamente a Delphine Arnault, presidente e ad di Christian Dior Couture e figlia del fondatore di Lvmh, e sarà membro del comitato esecutivo. Striano seguirà tutte le attività industriali di Dior. Nel suo curriculum, il ruolo di Chief Operating Officer di EssilorLuxottica, con cui seguiva i siti di produzione del gruppo.
Altra nomina quella di Nicolas Carré, già direttore industriale della pelletteria e accessori Louis Vuitton, dal 1 dicembre 2024 entrerà in Dior come direttore industriale della pelletteria, calzature e fashion jewellery, sostituendo Patrice Guillemin, nominato a sua volta Industrial Projects Director. Carré è stato anche Group Development Manager per gli accessori in pelle della collezione donna e direttore degli storici atelier di Asnières.
«È più importante che mai supportare i nostri diversi processi di produzione in ogni fase, rispettando le regolamentazioni etiche, monitorando tutte le attività della maison», ha sottolineato Delphine Arnault.
Lo scorso giugno la Sezione autonoma misure di prevenzione del tribunale di Milano aveva posto in amministrazione giudiziaria Manufactures Dior, azienda che fa capo alla filiale italiana di Christian Dior, e che sovrintende la fabbricazione di articoli da viaggio, borse e pelletteria del marchio, con hub produttivi a Scandicci (Firenze) e Fosso (Venezia), un provvedimento analogo a quello che aveva già emesso nei mesi precedenti nei confronti di Alviero Martini Spa e Giorgio Armani Operations.