Storie Web venerdì, Novembre 22
Notiziario

La crisi demografica e quella economica si intrecciano nel ridurre il peso di un settore, quello della moda junior made in Italy, già in crisi da tempo. Ma che ha sempre trovato nei mercati esteri una fonte importante di ricavi. Nell’anno più nero che la moda italiana ricordi dai tempi della pandemia, il calo degli acquisti da parte dei mercati europei affossa anche secondo le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Sistema Moda Italia, nel periodo gennaio-luglio 2024 le vendite estere di moda bebè – l’unico segmento per cui si possono isolare i flussi commerciali con l’estero per Nazione), hanno registrato un -8,7%, fermandosi 89,5 milioni di euro.

Su questo dato, diffuso in occasione della nuova edizione di Pitti Bimbo, la centesima, pesano le performance dei paesi Ue che hanno messo a segno un -23,5% (con Francia e Germania rispettivamente a -18,2% e -22,4 per cento) e perso lo “scettro” di primo cliente del kidswear fatto in Italia, mentre i paesi extracomunitari hanno registrato un +6,5% e assorbono oggi il 57,4% delle esportazioni. Nel dettaglio, gli Usa – con un +46,4% nel periodo, rispetto al 2023 – diventano il primo mercato per quota di ricavi, seppure assorbano meno del 10% del totale mentre gli Emirati, trainati da una forte crescita, toccano una quota di mercato dell’8,3 per cento.

Calano anche i consumi interni: secondo le rilevazioni di Sita Ricerca effettuate per conto di Smi, da settembre 2023 a febbraio 2024 il sell-out di moda junior (maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14 anni, intimo e accessori inclusi) è calato del-5,6% a valore e del -5,2% a volume.

In questo contesto non semplice Pitti Immagine aprirà le porte alla nuova edizione della fiera dedicata al kidswear nella sua accezione allargata (abbigliamento, calzature, accessori, libri) con una serie di novità: la prima è che Pitti Bimbo 100 – a tema fuoco, come le altre manifestazioni invernali – sarà concentrata in due giornate, il 22 e il 23 gennaio, e sarà accessibile gratis agli addetti ai lavori. «Cambia il mercato, cambia Pitti Bimbo – ha commentato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine -. Per questo abbiamo riprogettato il salone con un format più snello, veloce, meno oneroso per i partecipanti. Abbiamo deciso di investire per stare la fianco delle aziende che in questo momento stanno attraversando un momento di grande trasformazione. Vanno in questo senso la scelta di stand preallestiti, meno impegnativi per gli espositori, e dell’ingresso libero per accogliere buyer, stampa e influencer».

Gli espositori saranno 150 di cui il 65% estero, mentre sono attesi buyer, anche grazie al programma di incoming finanziato da Ice, da Giappone, Emirati, Usa, Kazakhstan e molti altri mercati.

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