Storie Web giovedì, Novembre 21
Notiziario

Convocare il tavolo del settore Automotive alla presidenza del Consiglio dei ministri: la richiesta è contenuta in una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni dai segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella.

«L’attuale situazione di stallo nel confronto al Mimit – sostengono i sindacati -, il taglio di risorse pubbliche e la mancata presenza dei vertici di Stellantis, richiedono l’assunzione di una responsabilità non più rinviabile dopo lo sciopero e la manifestazione nazionale dei lavoratori del settore auto. I tre segretari generali a sostegno della richiesta di convocazione, hanno aggiunto che in «assenza di un riscontro positivo ci vedremo costretti all’auto-convocazione con i lavoratori del settore presso Palazzo Chigi».

Il taglio di 4,6 miliardi fino al 2030 al Fondo automotive

C’è grande preoccupazione da parte dei sindacati per la grave situazione di crisi del settore, alle prese con transizione green e digitale, che sta colpendo in tutta Europa, si pensi a quanto sta accadendo alle aziende tedesche che hanno annunciato maxi piani di tagli di personale. La crisi dell’Automotive in Germania avrà ripercussioni negative sul nostro mercato, considerando il gforte legame tra le aziende italiane e la Germania.

A ciò si aggiunga la decisione del governo di tagliare 4,6 miliardi fino al 2030 al Fondo automotive nel disegno di legge di bilancio- destinati all’industria militare-, taglio solo in minima parte ridotto dopo l’annuncio del ministro Urso di un raddoppio della dote del 2025 che passerà da 200 a 400 milioni sempre all’interno della manovra. Il governo, peraltro, non intende proseguire con gli incentivi agli acquisti di nuovi modelli di auto, avendo optato per il sostegno alla filiera.

Le vetture prodotte da Stellantis si stima a fine anno saranno la metà del target

 Desta preoccupazione il calo dei volumi di vetture prodotte negli stabilimenti Stellantis, l’obiettivo di 1 milione di vetture da produrre in Italia è fuori portata ormai, proseguendo con l’attuale ritmo a fine anno si fermeranno intorno a 500mila, ben sotto l’obiettivo del milione fissato dal governo. Quest’anno si produrranno meno di 300mila auto, peggio di così è stato fatto solo nel 1956. Scondo un report della Fim la produzione di Stellantis in Italia rispetto allo scorso anno ha perso rispetto il 30% dei volumi tra auto e commerciali, ma si arriva al 40% per la sola compoinente autovetture. Nel frattempo le auto cinesi stanno rubando quote di mercato all’Europa, alle case automobilistiche.

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