Il tumore al pancreas è in crescita in tutti i Paesi industrializzati, rappresentando la settima più comune neoplasia in Europa e la quarta causa di decesso per patologie oncologiche. Si tratta infatti di una malattia difficile da identificare precocemente e che ha anche limitate opzioni terapeutiche. Ecco perchè, il 21 novembre, la Giornata internazionale per la lotta contro il tumore al pancreas assume una valore importante che a lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica invitandola a donare per sostenere la ricerca scientifica. Perchè la ricerca sta facendo progressi, piccoli passi in avanti, che per diventare sempre più veloci e mirati hanno bisogno del supporto di tutti. Tra le iniziative c’è anche quell della Fondazione Humanitas che ha deciso di invitare il 21 novembre pazienti, ricercatori, associazioni di malati, donatori e ambasciatori della ricerca per un momento di condivisione e confronto (alle ore 15.00 nel Building 8 dell’Istituto Humanitas di Rozzano) con l’intervento di 5 ricercatori e l’interramento dei bulbi di tulipani (disponibili anche online fondazionehumanitasdonazioni.com/coltivalacura a fronte di una donazione minima di 15 euro.)
Ma quali sono i più importanti sviluppi della ricerca che punta a rendere il tumore del pancreas sempre più curabile?
«Questa neoplasia è al 4° posto come mortalità, per questo ogni piccolo progresso è fondamentale – spiega Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia Pancreatica all’Irccs Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University. Grazie al sostegno di Fondazione Humanitas per la Ricerca e alla collaborazione tra Humanitas e Politecnico di Milano abbiamo generato un modello artificiale del pancreas, chiamato “phantom”. Questo progetto beneficia anche dell’expertise in bioingegneria e stampa 3D del nuovo 3D Innovation Lab, recentemente istituito presso Humanitas University. Il materiale artificiale che compone il phantom è molto simile a quello naturale di cui è fatto il pancreas, per questo è perfetto sia per il training di chirurghi e specializzandi, sia per individuare strumenti sempre più adatti per la chirurgia del pancreas, come colle o fili di sutura resistenti agli acidi pancreatici».
Un altro passo avanti nella ricerca è il progetto che mira alla creazione di organoidi: sono modelli tridimensionali coltivati a partire da cellule tumorali del paziente che preservano l’eterogeneità cellulare, l’architettura e il patrimonio genetico del tumore originale. «Semplificando possiamo dire questi modelli sono repliche in miniatura di tumori umani – chiarisce Zerbi.
L’uso e lo sviluppo di questi modelli ci permette di studiare la malattia a livello biologico in modo più approfondito, perché ci consentono di riprodurre fedelmente le caratteristiche del tumore in laboratorio, offrendo un modello estremamente realistico per lo studio della biologia tumorale, la scoperta di biomarcatori specifici, lo sviluppo di nuovi farmaci e la personalizzazione delle terapie per ciascun paziente. È un progetto ambizioso che punta a innovare l’approccio alla ricerca oncologica e alla medicina di precisione, offrendo nuove opportunità per migliorare le prognosi e ottimizzare le cure dei pazienti, grazie a una piattaforma sperimentale all’avanguardia che integra tecnologia avanzata e competenze multidisciplinari».