L’ex ingegnere della Ferrari Luigi Mazzola ha analizzato per noi di Fanpage.it il Mondiale di Formula 1 2024 in vista delle ultime tre gare della stagione in cui si deciderà il titolo costruttori tra Ferrari, McLaren e Red Bull e quello piloti tra Verstappen e Norris. Lo storico tecnico del Cavallino Rampante, tra i tanti temi toccati (da un primo bilancio sul lavoro di Vasseur alla crescita di Leclerc, fino alle aspettative sull’arrivo in F1 di Kimi Antonelli), ha anche affrontato la questione dell’anomalo alternarsi dei valori delle monoposto in griglia nel corso della stagione e la gestione dei casi più spinosi da parte della FIA.
Quando mancano soltanto tre GP alla conclusione del Mondiale della Formula 1 2024 la Ferrari è in lotta per il titolo costruttori con la McLaren e a Las Vegas, Losail e Abu Dhabi proverà a rimontare il team britannico per mettere fine a quel digiuno che dura ormai da 16 anni. Dopo l’impresa in Brasile sembra invece ormai chiuso il discorso per quel che riguarda il campionato piloti con Max Verstappen che si avvia verso la conquista del quarto alloro consecutivo. Per quanto riguarda le monoposto, con gli sviluppi ultimati, è invece già tempo di primi bilanci. E lo stesso vale per la gestione della FIA per quel che riguarda alcuni controversi casi regolamentari andati in scena nel corso di questo mondiale F1 che ha avuto un andamento molto particolare tra team che hanno improvvisamente perso il vantaggio tecnico che sembravano avere, altri accesisi ad intermittenza e chi, Ferrari in primis, è uscita fuori solo nella seconda parte di stagione.
Di questo e di tanti altri temi caldi della Formula 1 siamo andati a parlare nell’intervista con l’ingegner Luigi Mazzola, tecnico di prim’ordine della scuderia Ferrari per oltre 20 anni ricoprendo ruoli di rilievo nel periodo d’oro del Cavallino Rampante, quello del dominio con Michael Schumacher e degli ultimi titoli piloti (con Raikkonen nel 2007) e costruttori (arrivato nel 2008) messi in bacheca dalla compagine di Maranello, e oggi esperto di comunicazione e performance coach. Una lunga intervista che, grazie alla sua grande esperienza in Formula 1 e al suo sterminato bagaglio di conoscenze tecniche, ci ha permesso di avere una risposta ad alcuni degli interrogativi lasciati in sospeso da quanto visto in pista nel corso di questo campionato F1, di capire meglio alcune dinamiche di quel mondo che lo ha visto protagonista per oltre vent’anni, lasciando anche qualche sospetto.
Partiamo da ciò che abbiamo visto nell’ultima gara: un Verstappen strepitoso…
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“L’ultimo Gran Premio ha dimostrato che Verstappen ha ancora voglia di vincere questo mondiale, ha fatto questa prestazione superba partendo da una posizione di scomodo come la diciassettesima. Certamente la pioggia favorisce, perché può creare situazioni di vantaggio (incidenti, red flag, safety car, ecc) per chi è dietro. È chiaro che questo permette poi eventualmente di creare situazioni favorevoli che Verstappen ha avuto, però alla fine ha dimostrato tutta la sua voglia, tutta la sua capacità, tutta la sua grinta, tutta la voglia di mordere con diversi sorpassi anche
a piloti pretendenti alla vittoria, non solo a piloti di media e bassa classifica. E poi, con la trionfale sessione di laptime record alla fine, ha certificato la sua impresa. Ha dimostrato in tutto per tutto quanto effettivamente lui faccia la differenza su quella macchina rispetto a un Perez molto più in ombra”.
E Norris invece si è sciolto come neve al sole….
“L’altra cosa che viene fuori dall’ultimo Gran Premio è che, nonostante una macchina abbastanza superiore alla Red Bull e leggermente superiore alla Ferrari, la McLaren è stata la grande sconfitta di Interlagos, perlomeno nella gara della domenica. E questo è riconducibile in qualche modo alla scelta dell’assetto, forse hanno optato per una macchina abbastanza carica, quindi con poca velocità di punta, che ha un po’ castrato le prestazioni dei suoi piloti, in quanto era difficile per loro fare dei sorpassi. Ho l’impressione che sia una macchina che se è in aria libera, quindi è davanti, va, mentre se è dietro fa fatica ad andare. Non so però se è più un problema di piloti o se è più un problema di macchina. Norris ancora una volta ha dimostrato un po’ la sua fragilità, per essere un campione del mondo quindi deve ancora crescere abbastanza. E nel momento in cui sei a confronto con un pitbull come Verstappen chiaramente ne ha la peggio”.
Mondiale piloti chiuso?
“Il mondiale piloti lo vedo chiuso a questo punto. Se torniamo a tre Gran Premi fa tutti pensavano che la McLaren avrebbe ottenuto delle vittorie, non stratosferiche, ma quasi certe dato che era tre piste alla sua portata. E invece, fatta eccezione per la Sprint in Brasile, su tre gran premi li ha persi tutti e tre. E questo è questo un po’ il limite di questo team e dei piloti che non ritengo al momento essere l’altezza perché sono giovani, perché devono maturare, non perché non siano veloci, perché veloci lo sono, però poi alla fine per vincere le gare che contano per il mondiale devi avere anche una certa maturità e una certa mentalità. Quindi allo stato attuale, vista questa opportunità mancata in questi ultimi tre Gran Premi dove potevano dire la loro, direi che per quanto riguarda il mondiale piloti il sogno è quasi sfumato, anche se in Formula 1 non puoi dire mai niente fino alla bandiera a scacchi dell’ultimo GP”.
E la Ferrari invece?
“In Brasile ho visto la Ferrari un po’ comprimaria con Sainz che ha avuto un weekend veramente difficile e con Leclerc che non è riuscito mai ad esprimersi come nei precedenti gran premi, probabilmente a causa che non gli permetteva di essere all’altezza”.
Nella seconda parte di stagione sembra che Leclerc abbia fatto un passo avanti a livello di costanza e maturità che ci si attendeva da lui: è così o per averne conferma dobbiamo aspettare che sia in lotta per il titolo?
“Beh, direi più che dobbiamo aspettare che sia in lotta per il titolo per averne una conferma. È chiaro che sia un pilota velocissimo, che ha fame, che ha voglia di mordere, che ha voglia di vincere, e quindi non si tira indietro nella lotta ed è anche più aggressivo e anche più presente e meno passivo rispetto alle decisioni del muretto. Quindi è vero che di passi in avanti ne ha fatti e ne sta facendo, e di questo sono molto contento perché Leclerc è un pilota da campione del mondo. Però deve ancora venir fuori, deve assolutamente riuscite a fare quell’ultimissimo step che gli manca.
È chiaro che deve avere la macchina, perché se noi andiamo a vedere la prestazione della Ferrari fino a Zandvoort, quindi prima della pausa, la Ferrari era la terza/quarta forza, quindi era la macchina che non dava la possibilità ai piloti di esprimersi, poi, per tutta una serie di situazioni la Ferrari è riuscita, con qualche sviluppo evidentemente azzeccato, a tornare ai livelli di Red Bull e McLaren e dunque ad offrire la possibilità ai piloti di essere protagonisti e fare la differenza. Quindi per me Leclerc deve essere un campione del mondo e sta andando nella giusta direzione, però oggi se lo confronto con Verstappen ancora gli manca qualcosa”.
Che ne pensa delle decisioni prese dalla Direzione di Gara in Brasile?
“La FIA da qualche anno ha cominciato, per ragioni di sicurezza, a mettere sempre più regole anche sportive che riguardano il comportamento da parte di piloti in pista, nei sorpassi, nel farsi sorpassare o non farsi sorpassare, negli attacchi, i track limits, ecc… Tutte queste regole che hanno introdotto rendono più complicata la vita a chi poi deve giudicare. Perché se viene creata una regola per una situazione specifica, potrebbe poi verificarsi una situazione simile ma non esattamente uguale e quindi tutto diventa opinabile. Subentra l’interpretazione e quindi più regole fai e più ti metti nella situazione in cui hai una stessa interpretazione per situazioni simili ma non esattamente uguali e questo diventa un problema. E considerate le troppe regole che ci sono oggi per la FIA diventa tutto molto più difficile.
E questo vale anche la Safety Car mandata in pista in Brasile per motivi di sicurezza. Sappiamo infatti perché sono stati introdotti tali provvedimenti: perché la FIA in passato è stata pesantemente accusata per la gestione di incidenti o situazioni di pericolo. Come mai non ha messo la bandiera rossa? Come mai non ha fatto entrare in pista la Safety Car? E così via… Inevitabile quindi che nel momento in cui i piloti e i team cominciano a dire ‘Qui è pericoloso’, ‘Qui non si vede niente’, ‘Qui è impossibile guidare’, la FIA non può fare altrimenti. Non può lasciare andare solo perché uno ha messo correttamente le full-wet e gli altri hanno messo le intermedie. Perché se si verifica un incidente e succede quello che non dovrebbe succedere… Per la FIA dunque riuscire a gestire tutta questa situazione è molto complicato e la sicurezza viene prima di tutto. E anche io sono d’accordo: la sicurezza è prioritaria su tutto”.
E invece riguardo alle polemiche sui sorpassi, i duelli ruota a ruota, ecc…?
“Nelle altre situazioni, cioè il sorpasso, la staccata al limite, il pilota che esce dalla traiettoria e mette fuori quell’altro, ecc.. lì non è una questione di sicurezza, lì entriamo nel campo dell’etica del pilota, tanto che in passato c’era un patto non scritto tra i piloti, non c’era bisogno dell’intervento della FIA. Tutti gli interventi che fanno per cercare di dare una certa uniformità di comportamento in pista secondo dovrebbero essere rivisti e diminuiti”.
In questa stagione c’è stata un’evoluzione dei valori delle monoposto anomalo rispetto al passato: la Red Bull ha perso il cospicuo vantaggio che aveva sul resto della griglia, dall’altro una McLaren che ha fatto un salto in avanti pazzesco. Quale è la spiegazione a tutto questo?
“Allora quello che a me è risultato abbastanza anomalo è vedere un team che domina con due piloti l’inizio del campionato e poi perde totalmente un pilota per poi perdere anche il secondo in quanto la prestazione della vettura non c’è più all’improvviso. È evidentemente, qualcosa deve essere successo. Non so se è intervenuta la FIA o la Red Bull ha cambiato qualche cosa. Però qualcosa lì è cambiato. E ciò coincide anche con una situazione dove stai di nuovo dominando il mondiale, creando quindi una situazione senza quei duelli che possono in qualche modo accendere la passione dei tifosi, e improvvisamente la Red Bull non c’era più. A quel punto esce fuori la McLaren che in qualche modo domina e poi ad un certo momento la prendono con le mani nel sacco e anche le non c’è più, o comunque non è più così dominante. Se è per la storia del mini-DRS o no, io non lo so.
Poi c’è la Ferrari che non c’era per niente e ad un certo momento arriva e c’è. Ecco tutte queste situazioni qua sono situazioni sono rare da vedere nel mondo della Formula 1 dove non puoi sviluppare più di tanto a causa delle tante limitazioni al lavoro di sviluppo”.
Rimaniamo sulla FIA, che ne pensa della gestione del caso ‘Mini-Drs’ della McLaren e di quello ‘T-Tray’ della Red Bull?
“Io penso che in qualche modo la FIA è intervenuta su cose che magari sono venute a galla dopo e anche su altre che magari non sono mai diventate di dominio pubblico e ha cercato di far rispettare il regolamento andando a modificare in maniera così drastica l’andamento del mondiale. Quindi è chiaro che la performance il team la fanno nel momento in cui riescono a trovare il jolly, quando riescono a sfruttare le zone grigie, in quelle aree del regolamento su cui puoi in qualche modo giocarci. La Formula 1 è fatta di questo e pertanto se si va un po’ oltre il limite del regolamento è giustificabile. Ed è ovvio che si crea quella situazione in cui uno protesta per una cosa, l’altro protesta per un’altra, e così via. La FIA deve prendere dei provvedimenti nel momento in cui si passano i limiti imposti dal regolamento, ma tenere a bada la creatività e la spinta innovativa che gli ingegneri hanno per cercare di arrivare al limite concesso è dura. Quindi è chiaro che possano succedere situazioni di questo tipo, le abbiamo sempre avute nel passato, è insito nel DNA della Formula 1”.
Mentre l’ala anteriore flessibile è stata considerata regolare tante che tutte le altre squadre, da ultima la Ferrari, hanno copiato la soluzione. È questa la più grande novità che ha introdotto la McLaren quest’anno?
“Quest’anno la McLaren è stata di base una gran macchina. Lo era anche l’anno scorso, solo che aveva molto drag e infatti andava bene sui circuiti lenti. Cioè era una macchina che andava bene nei circuiti in cui non conta tanto la velocità di punta e quest’anno hanno migliorato parecchio quella situazione indipendentemente dalla flessibilità dell’ala. Sfatiamo questo mito delle ali flessibili: le ha introdotte la Ferrari sin dal 1996, cioè è una situazione nota a tutti che il beneficio che dà un’ala anteriore flessibile è enorme e le regole state introdotte proprio in quegli anni con le prove statiche per vedere che l’ala non flettesse. Ancora oggi si fa una prova statica e se passi il test sei legale, poi se la metti in macchina e quando va in pista si muove, l’ala è regolare perché rispetta quella che è la regola attuale. Questa è una delle famose zone grigie.
La puoi fare sull’ala anteriore che ha molta importanza per quel che riguarda il bilanciamento della vettura perché nelle curve veloci, dove ti serve una macchina abbastanza sincera, tu vai a scaricare l’anteriore, quindi tendenzialmente introduce un sottosterzo, mentre nelle curve lente, dove ti serve un anteriore pronto perché non hai tanto carico e ti serve la macchina che segua i comandi del pilota nella sterzata e nei cambi di direzione, è chiaro che ti serve molto carico anteriore e la flessibilità dell’ala anteriore ti permette di avere entrambe le cose. Mentre la flessibilità dell’ala posteriore ti dà velocità. Io non parlerei di legalità o illegalità, perché sarebbe illegale solo se dal test risultasse che flette più di quello che può flettere”.
Lo sviluppo della Ferrari invece è stato altalenante e, stando a quanto annunciato da Vasseur, è terminato. Al di là di come andrà a finire la stagione, possiamo fare un primo bilancio del lavoro fatto a Maranello…
“È il secondo anno di Vasseur, quindi comincia a essere un anno da prendere in considerazione e quindi ti aspetti che al secondo anno la vettura sia competitiva per vincere, ma non lo è stata fino a alla pausa estiva. Ha cominciato ad esserlo dopo la pausa. Quindi se io guardo la prima parte è deludente, se guardo la seconda parte è assolutamente in linea con quello che dovrebbe essere. A questo punto le basi per il 2025 ci sono e dunque non si può fallire. Ovviamente ciò non vuol dire che ti devi portare a casa un mondiale, ma avere una vettura competitiva dal primo Gran Premio che possa competere per vincere.
Doveva esserlo già quest’anno secondo me e in realtà lo è stato per mezzo anno. Visto che è nell’ultima parte del mondiale di quest’anno che la Ferrari è venuta fuori in maniera abbastanza evidente, credo che sia di buon auspicio per il 2025 per poter essere effettivamente competitivi fin dal primo gran premio per poter vincere. Ora Vasseur ha fatto tutta la sua organizzazione, ha cominciato a mettere i suoi uomini, ha cominciato a mandare via qualcuno, quindi l’anno prossimo dovrebbe raccogliere i frutti e si potranno tirare le somme di quella che è stata la sua gestione”.
La Ferrari può ancora vincere il titolo costruttori. Ci sono tre GP: Las Vegas, Losail e Abu Dhabi. Guardando le caratteristiche delle piste e delle monoposto: quante possibilità ha la Ferrari di rimontare McLaren?
“Per me ha tutte le carte in regola per poter rimontare. La Ferrari in questo momento è forte e ha anche la coppia di piloti, per me, più forte e più solida di quella della McLaren che poi anche come team ha fatto tanti errori quest’anno tra errori di gestione dei piloti e delle strategie. Quindi se parliamo di maturità del team per poter vincere un mondiale allo stato attuale vedo la Ferrari superiore, non di tanto, ma superiore.
Loro hanno un pilota che fa tante pole position e poi non riesce a concretizzarle e già dal primo giro si ritrova dietro e non riesce neanche a sorpassare, mentre non capita a Sainz o di Leclerc. Forse perché anche la macchina permette poi di poter rimontare nel caso in cui sbagli la partenza però questa e tutta una serie di situazioni mi fanno pensare che la Ferrari ha ottime chance. Se andiamo a vedere gli ultimi tre gran premi a Las Vegas vedo bene la Ferrari poi c’è il Qatar, dove c’è anche la Sprint Race, e se uno va a vedere la conformazione del circuito è chiaro che la McLaren li è favorita, sulla carta, perché poi bisogna vedere se effettivamente in pista riuscirà a fare la differenza. Quindi direi che se la giocano alla pari McLaren e Ferrari, ma non dimentichiamoci che c’è anche la Red Bull. Perché se la Red Bull riesce a trovare quel qualcosa che consenta a Verstappen di star lì può succedere di tutto. Quindi indubbiamente la Ferrari può dire la sua Las Vegas, dove forse è la favorita, e anche ad Abu Dhabi. Mentre la McLaren sarà competitiva su tutti e tre i circuiti e favorita a Losail. Poi se la devono giocare in pista”.
Quest’anno abbiamo visto tanti giovani debuttare in F1 e l’anno prossimo ne avremo tanti in griglia. Ce ne è uno che la stuzzica più degli altri tra i vari Bearman, Antonelli, Colapinto, Lawson, Doohan e Bortoleto?
“Premetto che non riesco a seguire con costanza anche la Formula 2 e la Formula 3, però quello che mi stuzzica di più e sono molto curioso di vedere in Formula 1 è Kimi Antonelli. E non soltanto perché è un pilota italiano, ma soprattutto per tutto quello che ha fatto dai kart ad oggi. E poi è stato scelto da Toto Wolff che lo ha messo subito come pilota ufficiale in Mercedes. Cioè le aspettative sono alte. Poi certo, abbiamo visto Colapinto che non è che nelle formule minori abbia fatto chissà quali cose, e poi si è presentato in Formula 1 in maniera stratosferica, in maniera solida.
Poi è chiaro che sono ragazzi che ci mettono ci mettono il cuore, che fanno certe cose che magari piloti esperti non farebbero. Per esempio come in Brasile con la pioggia, lì sono andati a sbattere tutti. Però si tratta di un circuito difficile in condizioni difficili, che in passato ha visto finire a muro sei signor piloti, quindi io non guarderei tanto quello. Anche Lawson ha dato prova di essere molto performante, anche nel confronto col suo compagno di squadra che è abbastanza ostico. Quindi per fortuna che arrivano queste nuove leve così tiriamo via quelle leve ormai obsolete che non regalano più emozioni o prestazioni come i due piloti Sauber e magari anche Perez, cioè sono situazioni dove si auspica che nuove leve arrivino e diano una nuova linfa. Però tra tutti questi sono molto curioso di vedere cosa farà Antonelli”.