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Notiziario

«Costruire la sicurezza è un processo in costante evoluzione e noi crediamo in un dialogo continuo tra futuro e visione etica sostenibile». Marco Bavazzano è dal 2014 il ceo di Axitea, raccogliendo un’azienda in perdita per 75 milioni. Con lui alla guida si è avviato un percorso di crescita e di rinnovamento, che nel corso degli anni ha permesso di arricchire l’offerta di servizi e soluzioni innovative, preservando quello spirito pioneristico (l’attività è iniziata nel 1914, ndr.) che ha contraddistinto l’approccio alla sicurezza. Dopo la creazione di Sicurglobal, attraverso l’unificazione di 22 società di vigilanza privata italiane, e l’acquisizione nel 2008 da parte del fondo inglese Stirling Square Capital Partners, il gruppo ha integrato il proprio sistema di offerta con impianti di controllo e sistemi di allarme, diventando nel 2011 Axitea, che oggi conta 26 filiali operative in Italia e 1.100 addetti, il 95% dei quali con contratto a tempo indeterminato.

«Sebbene la sicurezza fisica sia ampiamente diffusa, la crescita futura è legata alla capacità di innovare e integrare – dice Bavazzano -. Infatti, non basta più proteggere solo il perimetro: le aziende italiane cercano soluzioni complete e interconnesse per una gestione più efficace». Così, nell’ecosistema della sicurezza creato da Axitea, trovano applicazioni pratiche anche intelligenza artificiale e robotica, leve strategiche di sviluppo sia per le grandi aziende che per le Pmi, presentate attraverso giornate info-formative per imprenditori, aperte da un gruppo selezionato da Confapi Industria Ancona.

«L’intelligenza artificiale gioca un ruolo chiave nell’identificazione tempestiva delle intrusioni, grazie agli algoritmi avanzati di videosorveglianza – spiega il ceo -. Sono più di seimila i flussi video analizzati fino ad oggi dall’AI, che dà un supporto cruciale agli analisti del nostro Security Operation Center nell’individuare situazioni di pericolo».

Un utilizzo che diventa determinate anche nella rilevazione di incidenti informatici e nella programmazione di software e programmi personalizzati, come il monitoraggio delle imbarcazioni nell’area protetta dell’Isola dei Ciclopi, in Sicilia, dove un sistema di sensori GPS tiene traccia, in tempo reale e in modalità anonimizzata, degli spostamenti delle barche; la fase di start-up ha vissuto una prima sperimentazione che ha visto la collaborazione di una dozzina di barche e piccoli pescherecci operativi nell’area per il monitoraggio dei loro percorsi e punti di sosta per la pesca, definiti dalle aree in cui la velocità di navigazione è compresa tra 0 e 15 km/h e i dati raccolti vengono incrociati con quelli, rilevati in porto al ritorno, delle quantità e qualità di pesce effettivamente pescate, per creare un quadro quanto mai realistico della situazione delle risorse ittiche presenti nella zona.

«È la prima volta che la tecnologia satellitare viene applicata in modo così granulare a un progetto propedeutico a ogni possibile iniziativa tesa alla salvaguardia delle risorse ittiche e all’ottimizzazione delle attività di pesca, sia a livello di resa che di impatto ambientale», sottolinea Bavazzano. Accanto all’AI c’è la robotica, che può supportare l’uomo nell’effettuare ispezioni in luoghi impervi o su grandi distanze, rendendo le operazioni di sorveglianza e sicurezza più efficaci e sicure.

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