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Notiziario

Nel 2023 l’Italia è salita al secondo posto tra i principali Paesi europei per quanto riguarda la donazione degli organi: il tasso raggiunto è stato di 28,2 donatori ogni milione di abitanti, dietro alla Spagna (leader mondiale con 48.9) ma davanti a Francia (26,3), Regno Unito (21,3) e Germania (11,4). Numeri appena pubblicati dal Centro nazionale trapianti che raccontano la generosità degli italiani e di una rete dei trapianti che funziona bene come nella storia di Gabriele che aveva 38 anni quando è stato vittima di un incidente stradale. Dal sì della sua famiglia sono partite le donazioni di cuore, polmoni, reni, cornee e tessuti.

Gabriele e quella domanda inaspettata alla sua famiglia

Dopo la disperata corsa in ospedale ci sono stati i tentativi dei medici di salvarlo e poi la certezza che Gabriele non aveva più speranze. Sua sorella Ilaria Orio, con il fratello minore Giuliano e i genitori, hanno trovato la forza di rispondere “Sì” a una domanda inaspettata, posta loro nella sala d’attesa della rianimazione dove Gabriele era già come non vivo: “Volete non opporvi?” all’espianto degli organi. Gabriele era giovane, in salute. In vita non aveva mai accennato, parlando con la sua famiglia, alla sua intenzione di donare gli organi. Sono loro, la sua famiglia, a essersi fatti coraggio e a stringersi nell’abbraccio che ha portato al Sì: da quel momento sono partite le sei ore necessarie a stabilire che il paziente era in morte cerebrale. “Abbiamo saputo dopo che, con quella nostra risposta, è stata possibile la donazione di sette diversi organi. Non sappiamo ovviamente chi ha ricevuto quegli organi, ma Gabriele era giovane”, avverte Ilaria che è diventata volontaria e testimonial del Centro nazionale trapianti.

Una macchina efficiente che parte dal consenso informato

Dopo il consenso dei familiari, si è messa in moto la macchina organizzativa. “Ho assistito al lavoro di una macchina efficientissima per accompagnare il passaggio della vita da Gabriele a chi ne aveva bisogno – racconta ancora la donna – Mio fratello ha donato 7 organi, persone che hanno avuto una nuova possibilità di vita grazie alla scelta che avevamo fatto”. “Gabriele era uscito da casa come ogni giorno, per vivere la sua quotidianità, mai avrebbe immaginato di non fare ritorno”, aggiunge Ilaria. Dal dolore della perdita del fratello, è nata in lei la consapevolezza che occorre una coscienza civica diffusa per la cultura della donazione. Orio, da quel momento, si è impegnata affinché tutti conoscano che è possibile pronunciare quel “Sì” del consenso informato alla donazione in un contesto “meno doloroso” di una sala d’attesa della rianimazione in ospedale. “Per esempio al momento del rinnovo della carta di identità o recandosi alla Asl di appartenenza o un semplice biglietto da tenere nel portafogli, come si faceva un tempo”, spiega. Anche perché “statisticamente saranno sempre di più le persone che avranno bisogno di ricevere rispetto a chi invece è donatore”, conclude.

Il 2023 è stato l’anno migliore per donatori segnalati

Secondo il report del Centro nazionale trapianti il 2023 è stato l’anno migliore di sempre per donatori segnalati: 3.092 (+16,2% sul 2022), donatori utilizzati (1.667, +14,2%) e trapianti effettuati (4.466, +15,2%). Di questi, 198 sono stati realizzati attraverso programmi di urgenza nazionale, mentre 197 trapianti hanno riguardato pazienti pediatrici. Particolarmente numerosi i trapianti da donatore a cuore fermo: sono stati 444, il doppio dell’anno precedente. La crescita complessiva dell’attività̀ di donazione e trapianto si è tradotta in un leggero calo del numero di pazienti in attesa di ricevere un organo: al 31 dicembre 2023 erano 7.941, di cui il 76% aspettava un rene, contro gli 8.112 a fine 2022.

Torino, Padova e Bologna al top per numero trapianti

Tra i centri di trapianto, è stata la Città della salute e della scienza di Torino a realizzarne il maggior numero (457), confermandosi al primo posto per quanto riguarda l’attività di trapianto di rene e fegato. Segue l’azienda ospedaliera universitaria di Padova (435), leader nazionale nei trapianti di polmone e pancreas, mentre al terzo posto c’è il Policlinico Sant’Orsola di Bologna (322). Spicca tra i centri meridionali il risultato del Policlinico di Bari, primo centro italiano per numero di trapianti di cuore. Per quanto riguarda invece l’attività di prelievo degli organi, sono stati 221 gli ospedali nei quali è stata realizzata una donazione di organi nel 2023: i nosocomi più attivi sono stati l’Ospedale Civile Maggiore di Verona (55 donazioni), l’Ospedale Bellaria di Bologna (46) e il Policlinico Careggi di Firenze (46). Si consolida anche la crescita dell’attività di donazione (15.327, +24,4%) e trapianto (24.944, +15,2%) di tessuti, in particolare cornee e osso, così come per quanto riguarda le donazioni di cellule staminali emopoietiche.

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