Storie Web sabato, Dicembre 27
Clima, entro il 2100 crescita di eventi estremi e temperature. Calo di precipitazioni

L’orizzonte non è proprio roseo: perché entro la fine del secolo l’Italia e il bacino del Mediterraneo aumenteranno le temperature e diminuiranno le precipitazioni. Inoltre è previsto un aumento della frequenza degli eventi estremi con temporali intensi e alluvioni improvvise soprattutto durante la stagione autunnale sulle Alpi. È quanto emerge da uno studio dell’Enea.

«Abbiamo utilizzato proiezioni climatiche regionali ad altissima risoluzione (fino a 5 chilometri ), che come una lente di ingrandimento – spiega Maria Vittoria Struglia, ricercatrice del Laboratorio Modelli e servizi climatici dell’Enea e coordinatrice dello studio -ci hanno permesso di conoscere con estrema precisione gli impatti attesi al 2100, soprattutto in relazione agli eventi estremi e ai fenomeni locali».

Studio dal 2015 al 2100

Il gruppo di lavoro dei ricercatori ha effettuato simulazioni sia per il clima passato, il periodo dal 1980 al 2014, «utili a quantificare le variazioni già in atto», sia per il clima futuro, ossia dal 2015 al 2100, «utilizzando tre scenari socioeconomici e climatici di riferimento». «Gli scenari spaziano da quelli in cui vengono attuate politiche di sostenibilità ambientale a quelli in cui le politiche di decarbonizzazione non sono centrali nei modelli di sviluppo – argomentano dall’Enea -. Sulla base di queste proiezioni, sono stati stimati gli effetti del cambiamento climatico sulla temperatura superficiale e sulle precipitazioni in Italia».

Salgono le temperature

Risultato? Secondo lo studio, nelle aree montuose si prevede un aumento delle temperature estive con punte fino a + 4,5 gradi centigradi e fino a +3,5 gradi centigradi in autunno nello scenario a più elevato impatto. «Si tratta di un riscaldamento significativo che – proseguono all’Enea -, in queste zone, non è riprodotto dai modelli globali a bassa risoluzione».

C’è poi il fronte precipitazioni dove il clima «tenderà a diventare generalmente più secco in tutte le stagioni, in particolare durante l’estate». Tuttavia, «nei due scenari più critici, ci si attende un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi meteorologici estremi soprattutto sull’Italia settentrionale e, in particolare, nelle zone alpine e subalpine».

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