Storie Web mercoledì, Dicembre 24
Dal palinsesto al fai-da-te: così il 2025 ha cambiato il prime time televisivo

Il programma più visto non ha rivali e nel 2025 il Festival di Sanremo consolida il proprio primato da anno dispari, senza grandi eventi calcistici, e chiude la 75ma edizione con una Total audience consolidata di 12,7 milioni di spettatori medi nelle cinque serate.

La classifica dei canali

La più seguita fra le reti rimane Rai 1 sia nel giorno medio (1,56 milioni di audience media e 18,64% di share e crescita dello 0,54% contro gli 1,5 milioni e 18,02% di share di Canale 5, in calo dello 0,67%), sia in prima serata (4,31 milioni di audience; 22,03% di share e calo dello 0,79% contro i 3,5 milioni; 17,9% di share e +11,13% di Canale 5). In prima serata seguono Italia 1 (5,88% di share; -4,31%); La7 (5,44%; +1,77%); Rai 3 (5,33%; -4,34%); Rai 2 (4,62%; -15,47%); Rete 4 (4,55%; +4,24%); Nove, di Warner Bros Discovery (2,94%; -6,86%); Tv8, di Sky (2,56%; +8,02%) e Real Time, sempre di Wbd, a chiudere la top ten (2% di share e +0,32%). La7, Rete 4, Tv8 e Real Time sono dunque i quattro canali che crescono.

Quanto al ranking del giorno medio, dopo Rai 1 e Canale 5 ci sono: Rai 3 (6,21% di share e -4,16%); Rai 2 (5,02% e -14,85%); Italia 1 (4,93% e +2,05%); Rete 4 (4,75% e +10,64%); La7 (3,96% e +3,76%); Tv8 (2,46%; +3,24%); Nove (2,31%; +1,16%) e Real Time (1,74%; -3,58%). Precisazione d’obbligo: le distanze tra alcune reti sono così lievi che a fine anno la classifica potrebbe anche cambiare.

Mediaset primo editore

Per ciò che concerne gli editori, infine, è Mediaset il più seguito dell’anno. Il Biscione ha sorpassato il servizio pubblico in prime time: nel 2024 Rai produceva infatti uno share medio del 38,2% con Mediaset ferma al 35,9%, mentre nel 2025 la situazione vede Mediaset salire al 37,7% e Rai scendere al 36,9%. Considerando le sole generaliste le tre Rai mantengono il primato sugli ascolti sia nel giorno medio, sia in prime time. In quest’ultima fascia la distanza è però molto ridotta.

Resta, intanto, un calo che non fa sconti: il totale ascolto del comparto televisivo nel 2025 scende; nell’intera giornata gli editori tradizionali perdono il 3%. E lo streaming, misurato in un insieme Auditel definito “non riconosciuto”, non sostituisce le perdite della Tv tradizionale. «Più che sulle piattaforme i pubblici, ormai non solo i più giovani, si spostano sui social, ai quali dal punto di vista regolatorio si concede ancora il più ampio laissez faire», conclude Siliato.

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