
Circa 3,8 milioni di lavoratori beneficiano dell’imposta sostitutiva al 5% sugli incrementi retributivi corrisposti ai dipendenti del privato nel 2026, in attuazione dei rinnovi contrattuali sottoscritti dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2026.
La stima è contenuta nella relazione tecnica alla manovra per la misura – modificata durante l’esame del Senato che ha ampliato platea di beneficiari-, che si applica ai lavoratori del privato con reddito da lavoro dipendente nel 2025 non superiore a 33mila euro (nel testo originario era 28mila euro). A fine giugno secondo l’Istat erano 5,7 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale, ma da questa platea è stata sottratta la quota di dipendenti pubblici e di soggetti con reddito di lavoro dipendente oltre 33mila euro. Si stima un minor gettito Irpef e addizionali di competenza per -781,8 milioni di euro e un’imposta sostitutiva pari a 138,9 milioni di euro. Il minor gettito complessivo di competenza ammonta a -642,9 milioni di euro.
Detassazione all’1% su premi di risultato e distribuzione degli utili
Un’altra novità nel testo che ha avuto il primo via libera del Senato è rappresentata dalla riduzione dell’aliquota dal 5% all’1% e dall’incremento del limite massimo di importo che sale da 3mila a 5mila euro sia sui premi di risultato che sulle quote di partecipazione agli utili da parte dei dipendenti, in continuità con la disciplina prevista per il solo quest’anno dalla legge n.76 del 2025.
Come è noto l’attuale norma prevede per i soli lavoratori dipendenti del privato con redditi da lavoro fino a 80mila euro l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 5% sui premi di risultato o sulle somme erogate per la partecipazione agli utili d’impresa entro 3 mila euro. Per l’anno d’imposta 2024, gli importi agevolati ammontavano a circa 2.973 milioni di euro, per il 2026 si stima un incremento dell’ammontare degli importi soggetti a tassazione agevolata di circa il 10% pari a 297,4 milioni di euro, per un totale di base imponibile di circa 3.271,1 milioni di euro. Si stima una potenziale platea di soggetti coinvolti dalla modifica normativa di circa 250mila lavoratori. L’effetto complessivo risulta di -170,8 milioni di euro in termini di competenza. La manovra conferma per il prossimo anno un’altra misura della legge 76, l’esenzione del 50% dell’ammontare dei dividendi corrisposti ai lavoratori e derivanti da azioni attribuite in sostituzione dei premi di risultato, per un importo non superiore a 1.500 euro annui, con oneri valutati in 21 milioni di euro per il 2026.
Cedolare secca del 15% sul lavoro notturno e festivi
Per il periodo di imposta 2026, inoltre, per i dipendenti privati con redditi inferiori a 40mila euro, sono assoggettate ad una cedolare secca al 15% le somme corrisposte a titolo di maggiorazioni e indennità per lavoro notturno, per lavoro festivo e nei giorni di riposo settimanale individuati dai Ccnl, indennità di turno e ulteriori emolumenti connessi al lavoro a turni previsti dai Ccnl, entro il limite annuo di 1.500 euro. Si stimano 2,3 milioni di lavoratori interessati, con minori entrate fiscali per l’anno 2026 valutate in 621 milioni di euro.












