
Aumentano gli italiani che sceglieranno di passare il pranzo di Natale al ristorante. Secondo le stime di Fipe Confcommercio, infatti, sono 5,5 milioni le persone (+1,8% rispetto allo scorso anno) che si siederanno a tavola in uno degli oltre 93mila ristoranti aperti per l’occasion (il 70% del totale) per una spesa complessiva stimata in 451 milioni (+7,1% sul Natale 2024).
Per quanto riguarda l’offerta, i ristoratori puntano con decisione su formule tutto compreso, scelta adottata dal 72,4% degli intervistati. La spesa media per il pranzo di Natale sarà di 82 euro a persona, bevande incluse, il 5,1% in più del 2024.
«Ma il valore della ristorazione italiana non sta solo nella biodervistà della proposta gastronomica ma anche nelle diversificazioni dei prezzi per essere accessibile al maggior numero di persone anche in momenti particolarmente significativi – notano da Fipe -. Se per circa sei ristoranti su dieci il prezzo del pranzo di Natale si colloca nella forchetta tra 50 e 80 euro, il 19,1% dei locali starà anche sotto i 50 euro per un menu che va dall’antipasto al dessert includendo anche le bevande».
Dal punto di vista gastronomico, «il pranzo sarà caratterizzato dai grandi classici che vedono protagonisti le diverse varietà di brodo, arrosti e selvaggina, ortaggi e verdure di ogni tipo e, per finire, panettone semplice e farcito, torrone e dolci della tradizione locale».
La clientela è composta prevalentemente da residenti per il 75%, affiancati dal 19% di turisti italiani e da poco più del 5% di visitatori stranieri. Tra gli imprenditori del settore si registra un sentiment di tono moderatamente positivo, con un saldo tra chi prevede un Natale migliore del precedente e chi teme, al contrario, un peggioramento che si attesta a +10%.
«Il Natale è un’occasione preziosa per stare insieme e condividere momenti di serenità in famiglia. In un periodo storico segnato da incertezza e sofferenza, il cibo e la ristorazione si confermano strumenti formidabili di socialità, convivialità e persino di pace. La ristorazione non è nutrizione ma un condensato di valori sociali e culturali che hanno trovato conferma anche nel recente riconoscimento attribuito dall’Unesco alla cucina italiana», commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe.











