«Non intendiamo rassegnarci al modello dei partiti personali, dei partiti caserma o dei partiti comitato elettorale, siamo un’altra cosa. Il Pd è un partito aperto, plurale». E ancora: «Io concordo anche con chi dice che dobbiamo allargare, la buona notizia è che la maggioranza si è già allargata e anche qui a Montepulciano ci sono persone che al congresso avevano fatto scelte diverse. Ora organizziamoci per l’ultimo miglio che ci separa dalle elezioni politiche. Siamo figli e figlie di tutte le culture politiche che hanno fondato questo partito».
Il «correntone» blinda Schlein: è lei la candidata premier
La segretaria del Pd Elly Schlein prende la parola al termine della convention organizzata dai suoi grandi elettori a Montepulciano e si sforza di essere più inclusiva possibile, come chiedono appunto Dario Franceschini, Andrea Orlando e Roberto Speranza. Che nella tre giorni organizzata nel bel borgo toscano hanno unito le loro aree per dare vita a un’unico “correntone” in sostegno di Schlein. Per rafforzarla, certo, ma anche per “consigliarla” e per far valere il loro peso di ex ministri e di dirigenti di lungo corso nella stesura del programma per le prossime politiche e – anche – nella stesura delle liste dei candidati in Parlamento. Ma non c’è dubbio che Schlein esce rafforzata dal week end: il messaggio recapitato al leader del M5s Giuseppe Conte è chiaro, «la candidata premier della coalizione è la segretaria del Pd». Una blindatura in vista delle possibili primarie di coalizione, se la riforma della legge elettorale renderà necessaria l’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale come è nei desideri della premier Giorgia Meloni, ma anche a prescidere dalla primarie.
La maggioranza interna si allarga a Cuperlo, agli ex lettiani e a Bonaccini
Ed è una blindatura che si estende oltre il perimetro della maggioranza che tre anni fa la ha portata alla guida del partito: ai leader del “correntone” si sono infatti aggiunti gli ex lettiani Anna Ascani e Marco Meloni, Gianni Cuperlo, Dario Nardella e altri. In marcia di avvicinamento alla maggioranza è poi anche l’area di Energia popolare che fa riferimento al presidente del partito Stefano Bonaccini, assente a Montepulciano ma ringraziato non a caso da Schlein («ringrazio il presidente Bonaccini, l’unità non si fa da soli, abbiamo lavorato con tenacia insieme»). E a ben vedere anche i riformisti doc, quelli che fanno capo a Lorenzo Guerini e Giorgio Gori e che proprio nei giorni di Montapulciano hanno celebrato un loro convegno sulle politiche industriali a Prato, non mettono in discussione la leadership di Schlein ma spingono per spostare più al centro l’asse della proposta politica del partito. L’inclusione di Schlein arriva fino a loro: «Da Prato emergono interessanti proposte che troveranno spazio nel libro verde che sta mettendo a terra con Orlando».
Schlein ignora Conte e rimarca: «Il Pd è il perno della coalizione»
La premiership all’interno del Pd appare salda, dunque. Per questo Schlein, nel suo lungo discorso, non fa mai cenno alla competition con Conte. Lei dà per scontato quando prevede il vecchio statuto veltroniano del partito (il segretario è il candidato premier, appunto, e in caso di coalizione si fanno le primarie) e ricorda che «il Pd si è confermato il primo partito della coalizione, perno dell’alleanza, nonché primo partito in assoluto nelle tredici regioni andate al voto negli ultimi tre anni». Non c’è spazio né intenzione di far polemica con gli alleati e le critiche sono tutte rivolte al governo e alla premier Meloni: dal Ponte sullo Stretto alla scalata di Mps («ho chiesto al ministro Giancarlo Giorgetti di venire a spiegare in Aula»), passando a scuola, sanità, la legge sul consenso che ha visto Meloni e la maggioranza fare marcia indietro, famiglia, imprese.
Al via la sfida dei programmi di governo tra M5s e Pd
Certo, resta l’ambizione di Conte e restano i suoi continui smarcamenti. Ma ci vuole pazienza e lungimiranza: al leader del M5s che annuncia la stesura di un programma per fatti suoi Schlein risponde con il lancio di una grande campagna d’ascolto nel Paese per mettere a punto il programma del Pd («tanto poi, alla fine, si dovrà trovare una sintesi al tavolo di coalizione», è la lettura di Largo del Nazareno). Un passo per volta. Manca ancora un anno e mezzo alle politiche e c’è da attraversare senza troppi danni il referendum confermativo sulla separazione delle carriere di marzo.







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