Non solo spaghetti, lunga o ripiena; a base di farina di riso o di grano; fredda, saltata o in brodo. La pasta comunque si cucini ha conquistato il mondo. E oggi si festeggia con il World pasta day.
La produzione mondiale ha superato i 17 milioni di tonnellate, con l’Italia che mantiene la leadership con 4,2 milioni di tonnellate prodotte nel 2024.
Secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, raddoppia la pasta con grano 100% tricolore: il peso di quella tutta italiana sui consumi totali di pasta di semola secca è passato nel giro degli ultimi cinque anni dal 20% del totale a oltre il 40%, con ulteriori margini di crescita. Un fenomeno spinto dalla sempre maggiore richiesta da parte dei cittadini di prodotti di origine nazionale, proprio a partire da uno dei simboli del Belpaese e della Dieta Mediterranea.
La ricorrenza viene festeggiata oggi nei mercati contadini di Campagna Amica, con l’esposizione di paste e farine realizzate con grani antichi salvati dall’estinzione, lezioni di sfoglia e laboratori “Mani in pasta” rivolti ai bambini per avvicinarli alle pratiche della lavorazione artigianale della pasta, showcooking con i cuochi contadini con i piatti rappresentativi della cucina tradizionale.
Un successo con ostacoli
Il successo di penne e spaghetti tricolori testimonia l’alto livello raggiunto dalla produzione di grano nazionale ma, nonostante il favore dei consumatori, la filiera continua a dover subire attacchi da parte di trafficanti e speculatori che deprezzano il prodotto italiano favorendo un massiccio afflusso di quello straniero.
I prezzi pagati agli agricoltori sono crollati di oltre il 40% rispetto a tre anni fa, mentre i costi di produzione sono saliti del 20% in cinque anni. In parallelo, le importazioni sono aumentate del 9% nel primo semestre 2025, con il Canada principale fornitore, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. Ciò aggrava la crisi del settore, anche per la mancanza di regole di reciprocità: il grano canadese può essere trattato con glifosate in preraccolta, pratica vietata in Italia.
Un fenomeno contro il quale ventimila agricoltori della Coldiretti sono scesi in piazza in tutta Italia per rivendicare una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, portando proposte concrete per risolvere la crisi, subito condivise dal Governo per voce del ministro Lollobrigida, dall’istituzione di una Cun Unica per superare il meccanismo delle borse merci alla pubblicazione dei costi medi di produzione Ismea per Sud e Centro-Nord fino allo stanziamento di 40 milioni di euro ai contratti di filiera.




 
									 
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