Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha confermato oggi oggi da Bruxelles che Forza Italia è fortemente contraria all’aumento dell’imposizione fiscale sugli affitti brevi (la manovra finanziaria proposta dal governo prevede un incremento della cedolare secca dal 21 al 26 per cento per il primo immobile), e anche all’aumento della tassazione sui dividendi incassati dalle imprese.
Tajani poi non attribuisce direttamente la responsabilità dell’innalzamento della cedolare secca per gli affitti brevi ad una volontà politica di Fdi, ma a non meglio identificati “funzionari del tesoro”: “Mi pare che ci sia a volte, da parte i qualcuno, di qualche grand commis del ministero delle Finanze, la voglia di punire, di reintegrare le tasse, ma è la politica che decide, non sono i grand commis del ministero delle Finanze”. Tajani non ha fatto nomi, ma la prima indiziata non poteva che essere la direttrice generale del Ministero Daria Perrotta, che istituzionalmente sovrintende alla scrittura del testo della Manovra.
Dal lato Lega si è espresso altrettanto contrario lo stesso segretario nonché vicepremier Matteo Salvini: “Quella sugli affitti brevi dal 21% al 26% è una tassa sciocca con gettito minimo che lede la proprietà privata, è entrata in manovra in modo distratto, verrà cancellata”.
Di fronte ad un simile fuoco di sbarramento da Fratelli d’Italia, che comunque non vorrebbe intestarsi quello che a tutti gli effetti è un altro aumento del carico fiscale, risponde il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani che getta acqua sul fuoco: “Non possono essere messi in discussione i saldi di bilancio e il saldo complessivo e il Parlamento farà il suo mestiere” – e aggiunge – “Se ci sarà spazio ci saranno correttivi e integrazioni, non c’è scandalo in questo. Il Parlamento ha diritto ad esprimere la sua opinione”.
Dal’opposizione si fa notare la mancanza di strategia del governo, se ne è incaricata la Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati Chiara Braga: “Litigano sugli affitti brevi, non hanno una strategia per lo sviluppo e mancano del tutto politiche industriali. Taglio delle tasse irrilevanti e pochi euro per le pensioni: quindi non sarà minimamente compensato l’aumento del carrello della spesa né i costi dell’energia che pesano su famiglie e imprese e che sono i più alti d’Europa. Per non parlare della sanità, dove gli investimenti raggiungono il minimo storico degli ultimi anni”.