Storie Web giovedì, Ottobre 23
Notiziario

Il disegno di legge di bilancio che dopo l’approvazione in consiglio dei ministri sta per arrivare in Parlamento non sembra delineare traiettorie nuove per la politica industriale.

Quello che è emerso dallo schema approvato, e al netto di possibili integrazioni che saranno votate dalle Camere, è una variazione o un rifinanziamento di strumenti già esistenti.

Gli incentivi agli investimenti in beni strumentali cambiano il nome e l’aspetto fiscale. Il meccanismo messo a punto dal ministero delle Imprese e del made in Italy entra in manovra come “nuovo piano Transizione 5.0”: finisce l’era dei crediti d’imposta e si torna ai maxi-ammortamenti, cioè a deduzioni maggiorate che riducono l’imponibile fiscale.

Ma la sostanza, dal lato degli obiettivi, non cambia. Siamo di fronte a incentivi orizzontali, che esulano cioè dalla scelta di settori industriali strategici, basati sull’acquisto di beni. Il tutto con un premio extra se gli investimenti comportano una riduzione dei consumi energetici.

Ridimensionamento delle risorse

Se poi entriamo nel campo delle risorse messe a disposizione, emerge un evidente ridimensionamento rispetto al quadro attuale. In manovra entrano 4 miliardi per spese effettuate nel 2026, con una coda per consegne effettuate entro il 30 giugno 2027.

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