Storie Web venerdì, Ottobre 17
Notiziario

BRUXELLES – Che per Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega alla Politiche regionali, non fosse un periodo facile si era capito da un po’. La settimana che si chiude oggi ha messo queste difficoltà sotto gli occhi di tutti. Prima la plateale protesta delle regioni davanti al all’Europarlamento contro la proposta della Commissione sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2028-2034 che di fatto rischia di cancellare la politica regionale europea, mina la politica agricola e mette in competizione le due principali politiche europee. Poi il nuovo rinvio del Parlamento su come organizzare il confronto nelle commissioni sul nuovo budget, un rinvio che fa parte dello scontro in corso tra gli eurodeputati su una proposta che in molti vorrebbero rispedire in blocco al mittente. Infine, giovedì, l’incidente più duro da digerire: dopo le crescenti proteste sulla proposta di bilancio a lungo termine, in un’audizione congiunta al Comitato delle regioni, Fitto pronuncia parole di apertura e di disponibilità a modificare la proposta iniziale, ma viene corretto qualche ora dopo dal servizio del portavoce dell’esecutivo Ue che risponde direttamente a Ursula von der Leyen. E’ un segnale inequivocabile non solo delle difficoltà di Fitto, ma anche delle tensioni che stanno crescendo intorno alla proposta di Multiannual Financial Framework.

Le regioni contestano la proposta della Commissione

La protesta delle regioni e delle amministrazioni locali europee, davanti alla sede del Parlamento a Bruxelles, mercoledì 15 ottobre, contro la proposta di bilancio a lungo termine della Ue che rischia di compromettere le politiche regionali dell’Unione

Cosa è successo giovedì

Giovedì mattina, pressato dagli interventi molto critici dei parlamentari (compresi popolari e conservatori) e dei membri della commissione COTER (coesione territoriale e budget Ue) del Comitato delle regioni guidata dall’agguerrito Vasco Cordeiro, il vicepresidente Fitto ha difeso l’impianto della proposta della Commissione e la “gestione condivisa” dei piani “regionali-nazionali” previsti dal 2028 in avanti. Ma poi ha aggiunto: «Sarà probabilmente necessario migliorare la parte relativa all’importo dei due diversi fondi, secondo pilastro, sviluppo rurale, e coesione? Sì, è possibile, vedremo. Ma credo che sia molto importante avere un approccio comune».

E ancora: «Credo sia molto importante leggere attentamente la normativa dei piani regionali nazionali: abbiamo articoli chiari che rispondono alle vostre preoccupazioni. Se io ritengo sia importante migliorare alcuni aspetti? È possibile, vedremo. Questo è il nostro lavoro per le prossime settimane. Il mio approccio è aperto, come sapete. Terrò conto dei vostri suggerimenti, anche quelli di oggi, e credo che questo sia necessario per continuare il nostro dialogo. Perché – ha concluso Fitto – capisco che sarà possibile avere proteste, reazioni; ma ora penso che dobbiamo essere concreti e fornire soluzioni, in questo momento». Segnali di apertura che sono finiti nero su bianco anche nel press release del Parlamento («ha mostrato apertura al dialogo per migliorare le attuali proposte nel processo legislativo per garantire le prospettive future della politica di coesione») ma che devono aver fatto infuriare la presidente von der Leyen.

Il rimbrotto arriva a stretto giro

Nel giro di qualche ora, infatti, il portavoce della Commissione ha pubblicato una dichiarazione di una decina di righe che, pur senza mai citare Fitto, sono sembrate a tutti un deciso rimbrotto al vicepresidente esecutivo: «La proposta per il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2028-2034, presentata dalla Commissione il 16 luglio, propone un’architettura di bilancio notevolmente semplificata e snella, progettata per rispondere efficacemente alle nuove e mutevoli sfide dell’Unione. La Commissione è ora impegnata in scambi costruttivi con il Parlamento europeo e il Consiglio, ascoltando e discutendo i loro pareri. Queste discussioni consentiranno alle istituzioni di esaminare la proposta in dettaglio e concordare la migliore strada da seguire. In questa fase, la Commissione non si esprime su singoli elementi della proposta o sulle singole posizioni dei colegislatori. Restiamo concentrati sul raggiungimento di un risultato che garantisca un bilancio dell’UE moderno, equilibrato e orientato al futuro, al servizio degli interessi di tutti gli europei». C’è da dire che Fitto l’aveva detto il giorno stesso della presentazione del QFP, a luglio, che miglioramenti sarebbero stati possibili nel corso dell’iter di approvazione. E allora non era successo nulla. Ma il confronto con Parlamento e Consiglio era ancora lontano. Ora il confronto, accompagnato da crescenti proteste, è appena avviato ma è già in salita. Tra i contrari anche i lander tedeschi, così come una parte del Ppe. Ursula von der Leyen evidentemente vuole evitare di cedere subito su una proposta che però rischia di essere troppo ambiziosa per essere realistica. E a Fitto tocca la poltrona più scomoda.

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