Storie Web sabato, Ottobre 18
Notiziario

A fare di una realtà produttiva il miglior posto di lavoro per gli operai italiani ci sono due tematiche in particolare: la sicurezza sul lavoro e la qualità delle infrastrutture aziendali. Great Place to Work Italia ha cercato di capire che cosa fa di una fabbrica il miglior posto di lavoro per un operaio, ascoltando le opinioni espresse direttamente da oltre 4mila collaboratori dei reparti produttivi di aziende italiane. Nei 15 migliori ambienti di lavoro, il Trust Index, l’indice che rappresenta il valore medio delle risposte positive al questionario di clima organizzativo, è pari al 66%, un dato superiore del +19% rispetto a quello medio del panel di aziende non best workplaces dell’industria analizzate da Great Place to Work Italia. L’82% dei blue collar dice di ritenere fisicamente sicuro il proprio luogo di lavoro, con una differenza di 15 punti percentuali nel confronto con le altre realtà produttive non best analizzate (67%). La qualità delle infrastrutture viene riconosciuta dal 71% degli operai dei best workplaces, un dato che scende al 51% tra le tute blu delle aziende non eccellenti analizzate.

Nella classifica delle 15 realtà dell’industria manifatturiera Made in Italy più eccellenti secondo gli operai, sul gradino più alto del podio c’è l’azienda biofarmaceutica AbbVie. Al secondo posto c’è ARD Raccanello, azienda leader nella produzione e commercializzazione di prodotti vernicianti per l’edilizia, mentre al terzo posto Rheinmetall Italia spa, realtà leader mondiale nella difesa e sicurezza che opera in oltre 60 paesi come parte di uno dei principali gruppi industriali europei. Completano il ranking: Birindelli Auto, Unox, Eli Lilly, La Marzocco, Vimec Srl, Irca, Sapio Group, Master Italy, Mazzoleni, SEW-EURODRIVE, Sirmax, The Kraft-Heinz Company.

Tra i punti di forza delle aziende best workplaces, certificati dai colletti blu, un altro dei grandi temi emersi, tra gli altri, è l’imparzialità di trattamento indipendentemente dall’orientamento sessuale (88%) e dall’origine etnica (86%), la possibilità di potersi assentare dal lavoro quando se ne sente il bisogno (82%) e il sentirsi accolti e benvenuti al momento dell’assunzione (79%). Tra i fattori indicati dagli operai c’è anche l’autonomia operativa con i responsabili che mostrano piena fiducia nel lavoro svolto dalle persone senza doverle continuamente controllare: sono il 71% i blue collar delle aziende best che dichiarano di avere piena autonomia operativa, contro il 60% delle tute blu delle realtà produttive non eccellenti. Divari che si allargano ancora di più quando parliamo dell’eticità del management e dei festeggiamenti degli eventi speciali. Gli operai delle aziende best valutano particolarmente positivi altri 2 aspetti e cioè la possibilità di poter usufruire di benefit unici che sanno incontrare i principali bisogni e le necessità di questa fetta di popolazione aziendale, come dice il 71%, e la comprensione della visione del management rispetto a dove sta andando l’azienda, fattore che denota grande vicinanza e trasparenza della direzione nei confronti dei blue collar (67%). Come spiega Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia «nelle aziende best workplaces secondo gli operai italiani, la percezione di essere inclusi e valorizzati indipendentemente dalla propria posizione è molto diffusa e ciò influisce positivamente sulla considerazione della propria organizzazione come un eccellente ambiente di lavoro. Ascoltare, motivare, coinvolgere e valorizzare tutte le persone, non solo gli impiegati ma anche gli operai e i reparti produttivi, diventa per le aziende una leva strategica imprescindibile per affrontare le sfide del presente e costruire così il futuro».

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