Storie Web sabato, Ottobre 18
Notiziario

«Il Quadro oggi non è più soltanto un esecutore ma un gestore del cambiamento. È il ponte tra impresa e innovazione, chiamato ad affrontare sfide che spaziano dalla digitalizzazione alla sostenibilità, fino alla formazione continua». A dirlo è Gabriella Ancora, presidente Ciu-Unionquadri in occasione dell’evento celebrativo per i 50 anni del sindacato dei quadri che si è svolto nella sede del Cnel a Roma.

«Compiere 50 anni di attività non è un semplice compleanno: è l’occasione per fare un bilancio. Il mondo del lavoro è profondamente cambiato, la società è cambiata. E di queste evoluzioni i corpi intermedi devono tener conto e averne puntuale cognizione» ha affermato il segretario generale del Cnel, Massimiliano Monnanni.

La nascita

Ciu Unionquadri, oggi presente al Cnel e al Cese in rappresentanza dei quadri, nasce in un momento particolare della storia italiana, caratterizzato da forti forme di protesta, allorquando il ceto medio dei lavoratori, trovò la forza di farsi sentire. In particolare, pochi anni dopo la sua fondazione, il 14 ottobre 1980, a Torino, migliaia di cittadini perlopiù quadri, ma anche impiegati ed operai decidevano di manifestare pubblicamente e di riappropriarsi del loro ruolo sociale ed economico legato alla produttività e all’iniziativa dell’impresa. Avvenimento passato nella memoria collettiva come la “Marcia dei Quarantamila”. Nel 1985 entrava poi in vigore la legge che istituiva la categoria dei quadri.

Le nuove sfide

Sul piano dell’innovazione e della tecnologia i quadri sono chiamati a presidiare i rischi e le opportunità in materia di privacy, cybersicurezza e sorveglianza. A questo riguardo la CIU è stata nominata nei giorni scorsi nell’Osservatorio nazionale sull’Intelligenza Artificiale nel mondo del Lavoro.

I numeri

I Quadri nel settore privato, industriale e dei servizi alle imprese sono 530.429, di cui circa 180.000 donne (30,4%) e 330.000 uomini (69,6%). Il 94,3% lavora a tempo pieno, con un livello di istruzione elevato (il 71,9% possiede un titolo universitario) e una retribuzione media annua lorda pari a 69.938 euro, in crescita dell’11% rispetto al 2015.

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