Storie Web giovedì, Ottobre 16
Notiziario

Le nuove regole svizzere sui vagoni merci, la cui attuazione è stata prorogata al 31 dicembre 2026 dopo che in un primo momento l’Ufficio federale dei trasporti elvetico ne aveva annunciato l’applicazione con effetto immediato e i maxi-lavori sulla rete ferroviaria in Germania, con interruzioni totali del traffico di almeno cinque mesi su 40 tratte nel periodo tra il 2026 e il 2032, spaventano le imprese italiane del trasporto ferroviario delle merci. E con esse, le filiere industriali che si affidano a questa modalità di trasporto per raggiungere i mercati internazionali. La nuova normativa svizzera sui carri merci, in particolare, è considerata troppo rigida e penalizzante per molte imprese.

Per queste ragioni, gli attori del cargo ferroviario parlano apertamente di «rischio paralisi per la logistica su ferro» e di «export italiano in pericolo», proprio nel momento in cui l’Europa chiede di accelerare il trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia per garantire un maggior rispetto dell’ambiente. Ma la tempesta che sta interessando il trasporto ferroviario merci europeo, fatta di interruzioni annunciate, normative inadeguate e scarso coordinamento tra i Paesi, rallenta la svolta sostenibile e colpisce l’economia.

E’ il quadro delineato da operatori, istituzioni, esponenti del mondo politico e addetti ai lavori al Forum MercinTreno, l’evento nazionale dedicato al trasporto ferroviario delle merci. Il Forum si è svolto mercoledì 15 ottobre a Roma, nella sede del Cnel.

L’analisi di Fermerci

Clemente Carta, presidente dell’associazione Fermerci (a settembre 2025, le imprese aderenti a Fermerci hanno movimentato il 77% dei volumi di traffico sulla rete nazionale), sintetizza i numerosi temi toccati durante i dibattiti: «Germania e Svizzera rappresentano i principali canali di collegamento dell’Italia con l’Europa centro-settentrionale. Se questi due snodi vanno in crisi, l’intero traffico merci su ferro italiano è a rischio. Se la Svizzera non rivedrà tempi e criteri tecnici, una parte importante della flotta europea rischia di fermarsi». Fermerci e anche l’associazione Fercargo lanciano un appello per un coordinamento internazionale reale, che coinvolga gestori infrastrutturali, governi e imprese ferroviarie, per pianificare congiuntamente cantieri, percorsi alternativi e gestione della rete.

Sul fronte interno, Carta riconosce la disponibilità di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi, gruppo Fs) al dialogo con gli operatori, ma invita lo stesso Gestore a sfruttare ogni margine di flessibilità, ad esempio aprendo in modo selettivo alle merci alcune finestre orarie oggi riservate ai treni passeggeri, consentendo alle imprese del settore merci di resistere sino a fine lavori sulla infrastruttura, previsti fino al 2027.

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