Storie Web giovedì, Ottobre 16
Notiziario

Domande su Gaza, su Trump, sulle guerre che segnano il nostro tempo, l’intelligenza artificiale e i confini sempre più sfumati tra umano e digitale. Dal palco del Teatro San Babila di Milano non sono arrivate risposte facili, ma la certezza che interrogarsi è già un atto di libertà. È cominciato così “Doubt and Debate”, progetto internazionale di tech-media literacy promosso dall’Osservatorio for Independent Thinking, e battezzato ieri davanti a oltre 500 studenti delle scuole superiori.

In collegamento video, tre protagonisti dell’informazione mondiale – Joe Kahn, direttore del New York Times, Mark Thompson, ceo di Cnn, e Robert Thomson, ceo di News Corp – hanno dialogato con i ragazzi, rispondendo alle loro domande su come i media raccontano il conflitto, la politica e la società polarizzata. Un confronto diretto, senza filtri, che ha introdotto il tema al centro dell’iniziativa: imparare a orientarsi in un ecosistema informativo dominato dagli algoritmi e in cui il pensiero critico deve sempre di più essere riconosciuto come la bussola in grado di guidare ragionamenti e scelte, in particolare dei più giovani, esposti a social, algoritmi e aspetti oscuri di reti e nuove tecnologie.

A spiegare l’obiettivo del progetto – dopo l’endorsement video dei direttori e dei rappresentanti dei media partner, nazionali e internazionali, aderenti all’iniziativa – è stato Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio: «Con Doubt and Debate vogliamo scalfire le certezze che polarizzano, le convinzioni che separano e radicalizzano per aprire la strada al dubbio ed al confronto, due esercizi necessari in un mondo che, forse anche per questo, sembra essere sempre più in fiamme».

La piattaforma offrirà a scuole e studenti lezioni multimediali e contenuti esclusivi realizzati grazie a partnership con testate di primo piano: dal New York Times al Wall Street Journal, dal Washington Post a Il Sole 24 Ore, Corriere della Sera, la Repubblica, La Stampa, El País e altri grandi quotidiani europei.

Accanto a Ceccherini, sul palco, Pietro Labriola, ceo di Tim, main sponsor dell’iniziativa. «Possiamo costruire le reti più veloci d’Europa, ma senza persone consapevoli non ci sarà progresso. La tecnologia è un ponte, serve saperci camminare sopra», ha ricordato. Con il progetto, Tim lancia anche la campagna #RompiLaBolla, che invita i giovani a “metterci la faccia” e a raccontare cosa significa per loro prendere il controllo del digitale. «Oggi la finestra sul mondo passa attraverso un feed dove tutto finisce per assomigliarci, ma la buona notizia è che l’80% dei giovani chiede di capire come funzionano gli algoritmi. Non è diffidenza verso la tecnologia– ha chiosato Labriola – ma è il desiderio di governarla».

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