Le scelte economiche
Sul fronte economico, la Commissione europea ha annunciato una tabella di marcia con la quale rafforzare il mercato unico da qui al 2028. L’esecutivo comunitario vorrà liberalizzare e integrare maggiormente i settori dei servizi, dell’energia e delle telecomunicazioni, tutti comparti economici che finora sono rimasti per lo più nazionali. Sul fronte ambientale, Bruxelles intende imporre il Made in Europe negli appalti pubblici dedicati alla clean tech, ossia alla tecnologia ambientale.
Sempre su questo versante, la presidente von der Leyen ha confermato di credere fermamente nella proposta di tagliare del 90% le emissioni nocive da qui al 2040 (nelle auto, «il futuro è elettrico»). Tuttavia, nel suo discorso ha ammesso il nodo dei costi. Non ha stilato cifre o misure, ma ha spiegato che «la transizione deve sostenere le persone e rafforzare l’industria» e che è quindi necessario «aumentare in modo massiccio i nostri investimenti pubblici e privati».
Rilancio della leadership?
Il discorso sullo Stato dell’Unione è giunto quest’anno in un momento delicato per la signora von der Leyen. Le ultime settimane sono state segnate da non poche traversie. In un sondaggio Cluster 17 condotto nei cinque più grandi paesi europei e appena pubblicato da Le Grand Continent, il 75% degli intervistati ritiene che la presidente abbia difeso male gli interessi europei. Addirittura, il 60% delle persone interpellate chiede le sue dimissioni.
In questo senso, l’allocuzione di oggi è da ritenersi il tentativo di girare pagina. La presidente della Commissione si è voluto propositiva e combattiva, tentando di utilizzare a proprio vantaggio l’incerto scenario mondiale e il fragile assetto europeo. In buona sostanza, in questo modo ha voluto giustificare le sue scelte e magari anche rafforzare in ultima analisi la sua leadership, in un momento in cui l’Unione europea è in lotta “per il (suo, ndr) futuro”.
In questo senso, la signora von der Leyen ha voluto che in aula ci fossero al suo fianco alcuni rappresentanti della società civile. Ha quindi presentato ai deputati un ragazzo ucraino, Sasha, che catturato dai russi è riuscito a scappare grazie all’aiuto della nonna. Nello stesso modo, in aula era presente anche un vigile del fuoco greco, il tenente Nikolaos Paisios, che durante l’estate con il suo plotone ha combattuto gli incendi in Spagna, accanto alle forze dell’ordine locali.











