Storie Web mercoledì, Luglio 30
Notiziario

«Denunciare il malaffare non è in contrasto con la valorizzazione del cinema, anzi: è il modo migliore per rispettare chi lavora con impegno, passione e correttezza. Siamo a una nuova fase per il cinema italiano e il sostegno pubblico deve premiare la qualità e proteggere il talento, non essere preda degli abusi». Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, durante l’informativa al Senato.

Le nuove regole in vigore dal 2024 rendono più stringenti i controlli sui costi, introducono sanzioni rafforzate per i revisori e stabiliscono criteri più rigorosi per accedere al credito d’imposta, tra cui: l’ obbligo di copertura finanziaria pari almeno al 40% dell’opera; i vincoli contrattuali con distributori o piattaforme; l’obbligo di reinvestimento in opere difficili (giovani autori, film a basso budget) e i tetti massimi al credito d’imposta: 9 milioni per opera, fino a 18 per coproduzioni estere.

Verifiche su 350 milioni di euro di credito

«La cronaca ci consegna casi di abusi, zone d’ombra e talvolta truffe legate al mondo della produzione cinematografica. Il ministero ha intrapreso una riforma strutturale dei decreti attuativi della legge 220/2016 per correggere distorsioni, sprechi e frodi, intensificando le verifiche introducendo, tra l’altro, il divieto di subappalti a cascata; l’obbligo di tracciabilità finanziaria; la consegna dell’opera per produzione internazionali, prevedendo lo stanziamento di 3,5 milioni di euro per nuove ispezioni e attivando una collaborazione rafforzata con la Guardia di finanza tramite un apposito protocollo operativo», spiega il ministro. Nel corso dell’informativa, Giuli ha reso noto che la Direzione generale Cinema è attualmente al lavoro su 200 fascicoli per verifiche su 350 milioni di euro di credito, in continuità operativa anche dopo le recenti dimissioni del dg, mentre è imminente l’interpello per il suo successore.

Il ministro ha inoltre ricordato gli incontri del 6 giugno e del 21 luglio con attori e operatori del settore, finalizzati a un confronto costruttivo sulle riforme in atto. Dalla comunità cinematografica è emerso apprezzamento per la nuova disciplina del tax credit e l’apertura a tavoli tematici previsti da settembre.

In aumento nel 2025 sia incassi che presenze in sala

Secondo i dati Cinetel (aggiornati al 22 luglio), gli incassi registrati nel 2025 sono in aumento del 4% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre le presenze crescono del 2%. Nel periodo che va da inizio anno a giugno è da rilevare la crescita della quota legata al cinema italiano: si è passati infatti dal 21,4% del 2023 al 23,5% dell’anno scorso, arrivando nel 2025 al 31,9%. Tra le pellicole più viste tra quelle uscite in sala in questi mesi tre su cinque sono italiane. «Grazie all’emanazione di un decreto ministeriale è stato reso operativo il ”Piano per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali” che prevede lo stanziamento di oltre 68 milioni di euro, compresi i residui, per il biennio 2024-2025, per la realizzazione di nuove sale, con interventi di ristrutturazione e adeguamento di quelle già esistenti». Non solo. «Tra le misure previste dal decreto, voglio rimarcare anche la realizzazione di nuove sale presso strutture ospedaliere e socio-sanitarie pubbliche o private convenzionate. È un intervento che conferma quanto sosteniamo da sempre, ovvero che l’accesso al cinema, e più in generale all’arte, ha un potere benefico sulle persone. E su questo fronte stiamo lavorando anche a un protocollo d’intesa tra istituzioni pubbliche, mondo della ricerca e della sanità per suggellare il legame tra scienza e cultura»,

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