Nel giorno del 33° anniversario dell’attentato mafioso in Via D’Amelio, in cui persero la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta continua lo scontro tra maggioranza e opposizioni sulla riforma della giustizia. Incentrata sulla separazione delle carriere dei magistrati, ha generato un acceso dibattito in Italia. La maggioranza di centrodestra (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati) sostiene la riforma, approvata alla Camera il 16 gennaio 2025, considerandola una promessa elettorale per garantire maggiore imparzialità e specializzazione, con due CSM separati e sorteggio per combattere le correnti. La vedono come un rafforzamento della terzietà dei giudici rispetto ai PM. Le opposizioni (PD, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra) si oppongono, denunciando rischi per l’autonomia della magistratura e un possibile controllo politico, criticando l’Alta Corte disciplinare e il sorteggio come lesivi della meritocrazia. Italia Viva e Azione si sono astenuti o hanno votato a favore, creando divisioni. L’ANM protesta, temendo uno “svuotamento” dell’autogoverno. La riforma, in discussione al Senato, potrebbe culminare in un referendum nel 2026.
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