Una rivoluzione per l’approvvigionamento idrico di Roma, dell’intera area metropolitana e delle province laziali per i prossimi decenni. Ma anche un’opera sostenibile, all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e a prova di cambiamento climatico e terremoti: droni, intelligenza artificiale e robotica saranno assoldati per preservare la già ottima qualità dell’acqua della Capitale e migliorare il servizio per oltre 3 milioni di persone. È stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue il bando di gara per il nuovo tronco superiore dell’Acquedotto del Peschiera, il tratto che va dalle sorgenti vicine a Cittaducale, nel reatino, fino al nodo di diramazione di Salisano.
L’infrastruttura da 1,449 miliardi, di cui 850 finanziati dal Mit e i restanti riconosciuti in tariffa, vede Acea protagonista come centrale di committenza e Acea Ato2 come stazione appaltante, e decolla dopo la conclusione dell’iter autorizzativo certificata a fine giugno dalla «determinazione motivata» del Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
«Si tratta della più grande opera infrastrutturale idrica d’Europa», spiega al Sole 24 Ore l’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo. «Investiremo 1,5 miliardi di euro per realizzare il Nuovo Acquedotto del Peschiera che sostituirà la rete idrica esistente che da oltre 80 anni porta l’acqua nelle case del 70% dei romani. Un impegno industriale all’insegna delle più avanzate soluzioni ingegneristiche nel campo della robotica , dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Il tratto distintivo dell’opera è all’insegna della sicurezza, obiettivo principale di tutte le infrastrutture di nuova generazione realizzate da Acea».
Il nuovo acquedotto rimpiazzerà il vecchio tronco del 1937, che comunque resterà come backup, e sarà realizzato attraverso una galleria idraulica lunga ben 27 chilometri, con un tratto carrabile di 13 chilometri con condotta in acciaio per il trasporto della risorsa idrica e completamente percorribile con mezzo elettrico appositamente progettato in fase esecutiva. La portata d’acqua sarà di 10 metri cubi al secondo, come previsto dalla concessione, anche se al momento si viaggia intorno ai 9: significherà recuperare oltre mille litri al secondo. Addio, inoltre, alle apparecchiature di pompaggio, sfruttando a pieno la gravità. E tutto sarà collettato a Roma bypassando i tratti a più elevata sismicità.
L’opera, infatti, è stata concepita per ridurre il rischio sismico e idrogeologico, rafforzando la resilienza del sistema. Criterio premiante in fase di gara sarà l’implementazione del sistema di monitoraggio geotecnico-strutturale, qualitativo e quantitativo delle acque attraverso la messa a punto di un sistema di raccolta e analisi dei dati. Con un’architettura che permetterà, anche con l’impiego di modelli di IA, la raccolta e il trasferimento dei dati in tempo reale e l’interpretazione, in ottica predittiva, a fini di manutenzione. Un aspetto cruciale che, come le ispezioni, vedrà in campo sistemi di droni appositamente progettati e non richiederà interruzioni del servizio.