Storie Web giovedì, Luglio 17
Notiziario

La commissione Giustizia del Senato ha approvato all’unanimità il testo che introduce nel codice penale, con il nuovo articolo 577-bis, il reato di femminicidio. Ne abbiamo parlato in Parlamento 24 con la presidente della commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega. Quella dei femminicidi è una piaga sociale, un fenomeno complesso, spesso legato a dinamiche di potere e controllo maschile, che si manifesta in diversi contesti, ma in particolare nelle relazioni affettive e familiari.

Il nuovo reato

Il testo introduce per il femminicidio una fattispecie specifica di omicidio. «Abbiamo previsto un nuovo reato che si chiama proprio femminicidio, perché per adesso esiste nel nostro Codice l’omicidio. Chiunque cagiona la morte di un uomo, e si intende la morte di un uomo o di una donna, con qualsiasi modalità. Siccome, il femminicidio non è una morte qualsiasi, è una morte che viene cagionata dall’uomo perché si sente superiore nei confronti della donna e quindi per odio, per una sorta di discriminazione. Quando la donna non corrisponde più al suo modello cagiona questa morte, questi femminicidi che sono frutto di una certa mentalità. Quindi noi abbiamo previsto una fattispecie, che è stata veramente approfondita in Commissione, di quel tipo di omicidio commesso come atto di odio, di discriminazione e di prevaricazione. Ecco perché ben diverso dall’omicidio».

Ergastolo per il femminicidio e aggravanti sui reati del Codice rosso

Giulia Bongiorno ha sottolineato che il via libera a questo nuovo reato è un salto di qualità nella lotta alla violenza sulle donne: «Io non credo che sia soltanto una cosa simbolica, cioè adesso parliamo di questo nuovo reato e non ci saranno più femminicidi. Diamo un messaggio e si chiude tutto. Credo che la lotta al femminicidio sia una lotta che richiede tantissimo e ci sarà ancora tantissimo da fare. Però abbiamo quantomeno dato un’etichetta, un nome. Abbiamo detto che noi non consideriamo la stessa cosa un omicidio da un atto nei confronti di una donna, così violento da portare alla sua morte, che nasce dalla sopraffazione. E diamo come pena l’ergastolo. Quindi lo riteniamo più grave. Quindi non è solo un fatto simbolico, ma concreto. Una sanzione gravissima. E abbiamo anche delle aggravanti su tutti i vari reati del Codice rosso».

No stop sulle intercettazioni e braccialetto elettronico potenziato

Fra le novità c’è anche una no stop sulle intercettazioni e il braccialetto elettronico potenziato. «Le intercettazioni – sottolinea la presidente Bongiorno – sono uno strumento formidabile di indagine e quindi quando ci sono delle indagini per questi reati abbiamo stabilito che non c’è quel confine per altri reati di 45 giorni e quindi si può andare avanti. Quindi maggiore potere investigativo, minori limiti temporali. Invece per quanto riguarda il secondo tema, quello del braccialetto elettronico, è stata introdotta una sorta di presunzione di pericolosità per coloro che commettono i crimini cosiddetti del Codice rosso, cioè violenza nei confronti delle donne. Come misura cautelare sarà applicabile il carcere o l’arresto domiciliare, il che significa che avremo un potenziamento del braccialetto elettronico, perché il braccialetto elettronico è una misura utilissima quando vengono disposti gli arresti domiciliari, perché ovviamente c’è un vero e proprio controllo. So perfettamente che fino a oggi non c’è stato un numero adeguato di braccialetti, ma so anche che si sta lavorando molto su questo».

Si allarga la platea di orfani di femminicidi che possono godere di benefici

Ci sono maggiori tutele anche per gli orfani di femminicidio. «Abbiamo ampliato la platea degli orfani – specifica la presidente Bongiorno – che possono godere di una serie di benefici perché l’orfano di femminicidio dobbiamo considerare che ovviamente subisce un danno enorme, non solo affettivo, ma si ritrova totalmente solo. Quindi è giusto che sia considerato orfano di femminicidio anche colui che nasce non da una relazione stabile, quindi, anche qui, ampliata la platea dei beneficiari». Ora serve un grande impegno sul fronte della prevenzione, dell’educazione al rispetto e per l’applicazione tempestiva delle norme.

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