Il calo dei consumi interni, gli attacchi degli ambientalisti e la minaccia delle nuove malattie animali non fermano la voglia di investire della filiera italiana delle carni. Che anzi rilancia proprio sul fronte della sostenibilità e della produzione di energia rinnovabile con tecnologie innovative in un’ottica di economia circolare di cui gli allevamenti sono parte integrante.
Come emerso dal rapporto Nomisma presentato in occasione dall’assemblea generale 2025 dell’Uniceb, l’associazione nazionale della filiera delle carni, tenuta a Roma, la filiera italiana delle carni è il primo comparto dell’agricoltura nazionale per valore della produzione con 12,8 miliardi di fatturato, pari al 19% del totale, dell’industria alimentare di trasformazione per fatturato (28,5 miliardi, il 19% del totale) e il secondo comparto dell’industria alimentare per occupazione attiva con oltre 63mila addetti, il 15% del totale.
Non è il primo per prodotti esportati ma l’industria dei salumi è un fiore all’occhiello dell’agroalimentare Made in Italy e l’export complessivo nel 2024 ha sfiorato i 5 miliardi con una crescita del 64% negli ultimi 10 anni, realizzata soprattutto sul mercato Ue. Un dato quest’ultimo che può essere letto positivamente vista la prospettiva dei nuovi dazi Usa. Sul fronte dei consumi le tendenze consolidate sono quelle di una crescita delle carni avicole, una sostanziale stabilità per le carni suine e un continuo calo dei consumi di carni bovine (che volendo fa il paio con quello dei vini rossi).
«Le nostre filiere attaccate da sempre sotto il profilo ambientale, del benessere animale, della salubrità dei prodotti, si sono dimostrate al contrario – ha sottolineato Clara Fossato, segretario generale dell’associazione – molto resilienti, capaci di migliorare le loro performance di sostenibilità, le condizioni di benessere degli animali, di innovare i processi produttivi in genere e le loro strutture, di reagire alla molteplicità di malattie animali che ultimamente sono ricomparse sui nostri territori e di sfruttare a pieno i fondi del Pnrr e quelli complementari per realizzare tutti quegli interventi sfruttando tecnologie mature in grado non solo di rendere le proprie aziende sempre meno dipendenti dalle fonti fossili ma produttrici essere stesse di energie da fonti rinnovabili».
In questa direzione Uniceb sta consolidando la partnership con l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, per valorizzare gli scarti della macellazione come i grassi animali per la produzione di biofuel destinato all’aviazione civile. E sempre in tema energie rinnovabili il Gse, il gestore dei servizi energetici, ha confermato in occasione dell’assemblea la crescita dell’utilizzo delle diverse tecnologie su cui stanno puntando le aziende del settore per l’efficientamento energetico. Per quanto riguarda le connessioni, inoltre, ha indicato che basterà il “fine lavori” per ottenere il rimborso delle misure.