Aumento dei pedaggi autostradali sotto l’ombrellone. È questa la clamorosa sorpresa estiva confezionata da un emendamento dei relatori appena depositato alla legge di conversione del decreto Infrastrutture e che andrà al voto lunedì in commissione alla Camera. Una sorpresa che scatterà dal primo agosto, a pochi giorni dal termine perché il provvedimento vada in Gazzetta.
La proposta prevede il canone annuo che le concessionarie autostradali versano ad Anas sia integrata di «un ulteriore importo, calcolato sulla percorrenza chilometrica, pari a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio A e B e a 1 millesimo di euro a chilometro per le classi di pedaggio 3, 4 e 5». La classe A si riferisce a scooter, moto e automobili fino a 1,3 metri; la B a furgoni, camper e Suv. Saranno, quindi, i cittadini a sopportare questo aumento. In sostanza ogni mille chilometri percorsi si pagherà un euro in più.
«A decorrere dal primo giorno del mese successivo a quello di entrata in vigore» della nuova norma scatteranno gli aumenti. Quindi, visto che il decreto scade il 20 luglio, e l’emendamento entrerà in vigore il giorno successivo con la pubblicazione in gazzetta, già dal prossimo primo agosto i pedaggi saranno più cari per tutti. Non solo: questo obolo extra, che diventa duneque permanente, sarà integrato ogni due anni con un decreto del Mit, che prevederà l’adeguamento agli indici di inflazione.
Ma a cosa serviranno questi soldi in più? Lo spiega la relazione: «La proposta – si legge – si rende necessaria per individuare una copertura strutturale per il fabbisogno incrementale necessario ad Anas per far fronte ad una serie di eventi occorsi negli ultimi periodi (ridefinizione della rete in gestione Anas, incremento dei costi per l’illuminazione pubblica)». In questo modo sembrerebbe sparire ogni riferimentio diretto all’utilizzo delle maggiori risorse pagate dagli automobilisti per la manutenzione delle strade.