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Notiziario

La crisi di mercato

Francesco Giardina, responsabile settore apicoltura per la Coldiretti, punta l’attenzione sul mercato, perché «in alcuni paesi è consentito l’utilizzo dello zucchero». «Basta andare a vedere cosa succede negli scaffali dei supermercati – dice – il miele che arriva da fuori ha costi più bassi e crea un problema al posizionamento del prodotto». Attenzione anche al problema dei cambiamenti climatici. «Il troppo caldo, seguito da rapide giornate di freddo – aggiunge – non fa altro che confondere le api, oltre che, in casi estremi, farle morire»

Repubblica Ceca: api decimate da malattie e sovrappopolazione, tra miele che cala e paesaggi poco favorevoli

La situazione dell’apicoltura in Repubblica Ceca è diventata negli ultimi anni sempre più problematica. Dopo una leggera crescita nel biennio 2021–2022, con oltre 65.000 apicoltori registrati e un picco di 715.462 colonie di api, il 2023 ha segnato un’inversione di tendenza netta: il numero degli apicoltori è sceso a 63.344 e le colonie si sono ridotte a 669.445. A determinare il calo è stata una moria diffusa alla fine del 2022 e inizio 2023, che ha colpito in media il 40% degli alveari su tutto il territorio nazionale.

Secondo il Ministero dell’Agricoltura ceco, le principali cause di questa perdita sono riconducibili a patologie gravi come la varroasi (provocata dall’acaro Varroa destructor), malattie batteriche quali la peste del fuco e la putrefazione del covato, particolarmente virulente in alcune aree. Il fenomeno si è aggravato ulteriormente nell’inverno successivo (2024/2025): secondo i dati del progetto europeo COLOSS, oltre un quarto degli alveari non ha superato la stagione fredda, segnando la peggiore perdita registrata negli ultimi 12 anni. “All’inizio di settembre 2024, erano registrati 644.847 alveari. Con i tassi di mortalità osservati, più di 160.000 colonie non hanno superato l’inverno”, ha dichiarato Jiří Danihlík, ricercatore della Facoltà di Scienze dell’Università Palacký di Olomouc.

Gli scienziati indicano diverse concause per la crisi: un inverno umido seguito da una primavera insolitamente calda ha favorito la diffusione degli acari, rendendo inefficaci molti trattamenti. A complicare la situazione è intervenuta anche un’anomala e abbondante produzione di miele di melata (melezitose) nel luglio 2023. Questo tipo di miele, molto denso e difficile da rimuovere dai favi, ha ostacolato la corretta gestione degli alveari, limitando le possibilità di controllo sulla varroasi proprio nel momento più critico.

Dal punto di vista economico, il settore mostra segnali di sofferenza. La produzione media di miele per alveare è cresciuta leggermente nel 2022, attestandosi a 10,8 kg per colonia, ma resta lontana dai livelli registrati nel decennio precedente. Nel 2023, le esportazioni sono state modeste: appena 757 tonnellate, destinate in gran parte ai paesi dell’Unione Europea, con la Slovacchia come principale mercato di sbocco. Al contrario, le importazioni hanno raggiunto quota 3.857 tonnellate, provenienti soprattutto da Ucraina, Slovacchia, Germania, Spagna e Polonia. La Cina, spesso indicata come grande esportatrice verso l’Europa, ha avuto in questo caso un ruolo secondario.

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