Con temperature che sfiorano i 40 gradi basta un niente per scatenare un rogo che può trasformare un bosco in una distesa di ceneri: è l’altra faccia dell’allarme caldo, quella che ogni estate vede la Penisola punteggiata di pennacchi di fumo, nelle aree verdi delle città e nella natura che le circonda. Il governo ha lanciato già dal 15 giugno scorso la Campagna antincendio boschivo, che si concluderà il 15 ottobre, fornendo alle Regioni un documento per richiamare compiti, responsabilità e iniziative per coordinare le forze in campo.
La dotazione delle regioni
Il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha inviato dunque delle raccomandazioni per individuare le priorità d’azione per garantire la sicurezza dei cittadini, con campagne informative rivolte a migliorare la loro «capacità di autoprotezione». In caso di incendio, spiega il Dipartimento di protezione civile, le prime a intervenire sono le squadre di terra coordinate dalle Regioni. Ma se non bastasse è possibile chiedere l’intervento dei mezzi aerei, in particolare gli elicotteri, in dotazione alle Regioni stesse. Nei casi davvero gravi la Regione può rivolgersi alla flotta aerea dello Stato, che è composta da 15 velivoli Canadair CL415 e da 4 elicotteri Erickson S64F, a cui si aggiungono ulteriori 11 elicotteri della Difesa, dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri. «In caso di situazioni estremamente critiche – spiega ancora il Dipartimento – potranno inoltre essere impiegati sul territorio nazionale anche velivoli cofinanziati dalla Commissione Europea nell’ambito del Progetto ’rescEU’». In Sardegna, per esempio, da oggi sono schierati ufficialmente per la flotta nazionale tre Candair di stanza a Olbia e un elicottero della Marina militare a Cagliari. A questi si aggiungono nove velivoli – tra cui due Superpuma e sette elicotteri – della flotta regionale, oltre a un elicottero dei vigili del fuoco ad Alghero. Altre due elicotteri regionali potranno essere dislocati a Fenosu e Iglesia grazie una gara con procedura negoziata varata a fine giugno. Musumeci ha voluto inoltre porre l’attenzione sulla sicurezza degli operatori antincendio, con dotazioni «sempre più performanti» ma anche con una adeguata formazione, valorizzando inoltre gli strumenti scientifici per quantificare i rischi e soprattutto prevenirli. Il grande caldo porta con sé anche un allarme per le riserve idriche. La parola d’ordine è ’lotta agli sprechi’. Solo pochi giorni fa, per esempio, il Comune di Campobasso ha emanato una ordinanza con alcune regole per l’uso responsabile della risorsa: vietato utilizzare l’acqua dell’acquedotto per scopi non essenziali, come annaffiare giardini o orti, lavare automobili o riempire piscine e fontane private. Ma ordinanze simili sono già in vigore, o stanno per esserlo, in tanti Comuni della Penisola, in particolare quelli dove l’acqua storicamente scarseggia.
Umbria, Molise e Puglia sprovviste di flotta aerea antincendio
«La legge quadro in materia di incendi boschivi è assegnata alle regioni e alle province autonome che hanno il compito di programmare e attuare la prevenzione e la lotta attiva contro indendi boschivi, quindi significa ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi da terra e aerei e anche in questo caso è particolarmente critica la situazione delle isole perché i mezzi da terra ovviamente devono essere preventivamente presenti sulle isole. Quindi il contributo che può essere dato in fase di attività di spegnimento deve potersi basare sulla presenza di mezzi antincendio direttamente sulle isole». Così il capo del dipartimento della protezione civile, Fabio Ciciliano, in audizione alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità. Ciciliano ha sottolineato poi «che per quanto riguarda la campagna antincendio boschivo del 2025, le flotte aeree regionali hanno registrato un’assenza in Umbria, Molise e Puglia». Per quest’ultima, ha evidenziato Ciciliano «le gare bandite più volte in Regione Puglia per l’acquisizione di una flotta regionale impattano in maniera importante sulle Isole Tremiti e quindi l’intervento, che dovesse essere necessario per quanto riguarda lo spegnimento di incendi su questo arcipelago, dovrà per forza essere realizzato dalla flotta aerea di Stato che in supporto alle regioni lavora durante tutta la campagna di antincendio boschivo». Ciciliano ha aggiunto ancora che «mentre la Regione Sardegna ha un proprio centro funzionale, la Regione Sicilia non ce l’ha e il dipartimento della Protezione Civile, secondo quella che è la consolidata azione di sussidiarietà verticale, supplisce a questa assenza».